Vino e turismo, si può fare di più

Un'indagine di Nomisma fornisce indicazioni per incentivare in modo proficuo il rapporto tra vini e cantine del Trentino e turisti abituali od occasionali. Serve però unità di intenti

Negli ultimi mesi abbiamo letto e approfondito il contenuto di quattro documenti riguardanti vino e viticoltura che, salve le differenze legate alla finalità e ai territori di riferimento, hanno in comune, seppure parzialmente, il rapporto tra vini e turismo.

Li citiamo in ordine cronologico.

“Gli italiani, il Franciacorta e la Franciacorta”, sintesi dell’indagine demoscopica svolta nel settembre 2014 da AstraRicerche per il Consorzio di tutela del Franciacorta.

“Il futuro della vitivinicoltura Altoatesina”, intervento di Alois Lageder al seminario su “Come cambia la viticoltura: immagine del futuro” nel’ambito del progetto “A nord di Trento, a sud di Bolzano” del 23 ottobre 2014.

“Nuovi scenari evolutivi del mercato del vino”, ricerca svolta da Winemonitor Nomisma per incarico del Consorzio tutela vini trentini, 6 novembre 2014.

“Indagine su turisti e escursionisti in Trentino” eseguita nel mese di novembre dagli stessi esperti, sempre per incarico del Consorzio, 11 dicembre 2014.

La prima ricerca realizzata tramite 1.500 interviste on–line a un campione rappresentativo degli italiani 18/70enni, pari a circa 40,9 milioni di adulti, ha stabilito che la conoscenza aiutata del Franciacorta è di ben il 95% degli interessati e quello della zona di produzione del Franciacorta DOCG, pure aiutata, raggiunge l’85% del campione. Convince lo stile asciutto ed essenziale delle domande: profilo di immagine, occasioni di consumo, abbinamento tra cibi e Franciacorta, fedeltà di acquisto e consumo. Il resoconto si conclude con l’elenco a percentuale decrescente delle azioni per portare la Franciacorta e il suo prodotto sempre più in alto nella valutazione dei potenziali visitatori e consumatori. Offrire promozioni, sconti, pacchetti convenienti; promuovere il turismo enogastronomico; creare temi tematici (naturali enogastronomici, culturali), ospitare grandi eventi (musicali, di cinema, sportivi).

Si tratta, è bene rimarcarlo, di suggerimenti forniti dagli intervistati.

Alois Lageder è personaggio mitico della vitienologia altoatesina e rappresenta di diritto e con onore la categoria dei titolari di cantine private dell’Alto Adige. La sua relazione, ampia e dettagliata, pone a confronto due epoche storiche: i primi anni ’80 del ‘900, quando la vitienologia altoatesina ha imboccato con decisione e con il supporto dei politici la strada del rinnovamento per uscire dalle conseguenze, seppure indirette, dello scandalo del vino al metanolo e il momento attuale che consente di evidenziare i buoni risultati raggiunti dai vini dell’Alto Adige, ma obbliga a guardare al futuro e alle sfide da affrontare.

Prime fra tutte il caos climatico e la accresciuta sensibilità ai problemi della biodiversità e dell’agricoltura ecosostenibile.

La proposta di Alois Lageder è sintetizzata così: “Se potessimo proporre tutta intera la nostra regione come ecologica, avremmo un grande asso nella manica e un unico punto di forza. Con grandi benefici, oltre che per l’agricoltura, anche per il turismo e l’intera economia”.

Il primo resoconto di Nomisma affronta la situazione a livello mondiale e porta a due conclusioni: conviene puntare sempre di più sull’esportazione dei vini trentini e cercare anche nuovi mercati; prestare impegno non solo per assicurare ai vini del Trentino la massima qualità, ma per renderli distinti rispetto alla concorrenza.

La seconda ricerca è densa di cifre e di spunti propositivi, ma i dati più importanti ai fini applicativi sono sommersi da una serie di domande anche superflue a scapito di alcune che dovevano mirare diritto all’obiettivo: c’è spazio per accrescere proficuamente il rapporto tra vini trentini e turisti abituali e occasionali?

Sono state intervistate 1.397 persone tra cui 450 turisti ed escursionisti che negli ultimi 2-3 anni si sono recati in una località del Trentino. Un primo dato: il 20% degli italiani preferisce fare vacanze in un territorio ricco di vini di qualità, mentre il 44% riconosce nei vigneti un espressione molto bella del territorio.

Ma come si posiziona il Trentino rispetto alle altre regioni italiane? Al quinto posto dopo Toscana, Sicilia, Puglia e Sardegna. Il Trentino è percepito come luogo amico della natura (32%), ma anche ricco giacimento di cibi e di vini di grande qualità (28%). L’enogastronomia è considerata al primo posto per l’11% dei turisti. Il 48% dichiara di conoscere i vini trentini. I più noti sono: Pinot grigio, Müller Thurgau e Chardonnay.

Il 40% degli escursionisti e turisti del Trentino sarebbe interessato a trascorrere un breve periodo di vacanza in una azienda vitivinicola. Completano il quadro altri dati utili per ricavarne indirizzi operativi. Il Consorzio Vini del Trentino e la Strada del vino e dei sapori intendono utilizzarli concretamente.

Serve però unità di intenti per passare dalle parole ai fatti.

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