L’evoluzione in atto da qualche tempo porta con sé anche una serie di problemi sociali non di poco conto. Anzitutto la questione della popolazione anziana (oltre i 65 anni) che nel 2014 ha raggiunto le 3.859 unità (+ 16), il 18,27% della popolazione perginese. Tra loro ci sono sei ultracentenari (cui se ne aggiungeranno altri cinque quest’anno); gli ultranovantenni sono 216 e gli ultraottantenni 1.126. Ci sono gli immigrati e i nati (1.033) a superare il numero complessivo di morti e emigrati (867) con un apporto generalmente di persone giovani, ma nel complesso la popolazione anziana aumenta portando con sé una serie di problemi legati all’assistenza. Va detto tuttavia che le organizzazioni che accompagnano questa popolazione sono attive e funzionali, a cominciare dall’APSP, dai movimenti anziani (Circolo comunale e Movimento pastorale), e dall’Auser.
Non meno seguita è la fascia giovanile (under 18) che registra la presenza di 4.218 giovani, il 19,97% della popolazione. Per loro ci sono sul territorio tre nidi d’infanzia, sette scuole d’infanzia, sette scuole elementari, due scuole medie, una superiore; complessivamente oltre 3.500 alunni.
Altro elemento interessante dell’evoluzione demografica è dato dalla costante crescita delle frazioni (22, più 27 località e 13 Masi di Castagné) rispetto al centro. Vent’anni fa, su una popolazione di circa 15 mila abitanti, poco più di 5 mila risiedevano nelle frazioni e 10 mila nel centro. Gli ultimi dati indicano 11.029 residenti al centro e 10.093 nelle frazioni: la più popolosa è ancora Susà (918) seguita da Canale (877) e da Zivignago (799).
Un’evoluzione logistica che evidenzia come negli ultimi decenni sia stato effettuato un generale recupero di edifici vecchi, anche se qualche frazione (come Canale e Zivignago) è cresciuta grazie a nuove costruzioni. Settore questo fermo negli ultimi anni causa la persistente crisi generale che si è abbattuta in particolare sull’edilizia (a Pergine nel 2014 ci sono stati una quarantina di interventi edilizi tutti per ristrutturazioni).
Ultimo aspetto che mette in risalto un cambiamento di costume epocale della popolazione: per la prima volta i matrimoni civili (22) hanno superato quelli religiosi (21). Ma a calare sono complessivamente i matrimoni che una decina di anni fa erano stati 77. A vantaggio, ovviamente, delle convivenze che, anche se le statistiche nulla ci dicono al proposito, stanno diventando ormai il dato di fatto, con conseguenti profondi cambiamenti nell’organizzazione civile della società.
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