Ambiente e nutrizione: al termine dell’Anno internazionale, un convegno per ricordare i valore del modello agricolo a conduzione familiare, ossatura della società rurale trentina
Con l’obiettivo di promuovere e rafforzare l’agricoltura a livello familiare in tutte le sue forme, dall’orticoltura all’allevamento di bestiame alla silvicoltura, come modello socialmente utile, economicamente redditizio e ambientalmente sostenibile, il 2014 veniva indetto dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale dell’agricoltura familiare.
Sono trascorsi un po’ in sordina in questo senso gli ultimi dodici mesi, nonostante il tema stia riscontrando, comunque, un certo interesse in ambito politico. Il valore aggiunto del modello agricolo a conduzione familiare è stato sottolineato a fine anno nel corso di un convegno dal titolo “Dalle aziende familiari un contributo per l’ambiente e la nutrizione del pianeta”, ospitato dalla Cantina Pisoni di Pergolese e organizzato in collaborazione con Assfron di Trento.
“Non poteva esserci posto migliore per celebrare l’agricoltura familiare perché qui abbiamo la testimonianza vivente di un’azienda estesa e allargata”, s’è spinto a dire l’autonomista Franco Panizza. Un secolo e mezzo di tradizioni legate al mondo vitivinicolo (“siamo non solo ciò che mangiamo ma anche ciò che beviamo”, lo slogan di famiglia Pisoni) orgogliosamente ereditato dai cugini Marco e Stefano. In Italia, nove aziende su dieci sono strutturate come la loro in quanto a conduzione familiare. In Europa, invece, quasi una su tre. Doveroso porle in condizioni di sviluppare la ruralità coniugandola con prassi operative sostenibili e integrate. “Soprattutto oggi dobbiamo insistere sull’importanza della sicurezza alimentare in agricoltura come sfida decisiva per il futuro del pianeta”, ha ribadito il dietologo Michele Pizzinini.
La Fao rammenta che 900 milioni di persone soffrono la fame, 50 milioni solo nell’Unione europea. Sul fronte diametralmente opposto un miliardo di persone soffrono di sovrappeso. “Accanto alla sicurezza alimentare si pone un altro problema: la lotta agli sprechi di cibo”, ha ricoradato Carlo Bridi, segretario dell’Associazione Scuola Senza Frontiere ed ex direttore dell’Ente per lo sviluppo dell’agricoltura trentina, quello che, per oltre un ventennio, ha segnato positivamente lo sviluppo del settore primario nella nostra provincia.
Il problema della gestione e della distribuzione delle derrate esiste a ogni latitudine e se nei paesi di Bengodi si produce cibo in eccedenza in altri non c’è mai stata così tanta denutrizione. Assfron, nei suoi progetti, ha ritenuto prioritario portare all’attenzione degli studenti della scuola trentina gli aspetti relativi ad un’alimentazione sana, completa ed equilibrata e far riflettere su un diverso rapporto col cibo.
Comunque, secondo i dati in possesso dell’Assfron, soltanto un italiano su quattro è consapevole dei danni provocati al nostro pianeta dallo spreco alimentare. E se la cultura è fondamentale, parimenti dovrà esserlo la mediazione politica, come ribadito dall’assessore provinciale all’agricoltura Michele Dallapiccola: “Non dovrà mancare la regia delle grandi istituzioni, a più livelli, ma ogni singolo agricoltore può metterci del suo”. Un motivo in più per ritenere che le medio piccole aziende agricole familiari continueranno a essere l’ossatura della società rurale trentina.
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