Con due mostre a Trento prosegue l'iniziativa “Tesori dal passato”. In mostra i capolavori d’arte e di cultura divenuti patrimonio pubblico
Con una attenta politica di acquisizioni e restauri, in particolare nel corso dell’ultimo decennio la Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia autonoma di Trento ha raccolto parecchie centinaia di quadri e sculture, libri, tessuti, oreficerie e arredi dal tardo medioevo alla prima metà del XX secolo: piccoli e grandi capolavori acquisiti alle collezioni provinciali col fine della conservazione e della fruizione pubblica. Un’accurata selezione (circa 200 pezzi) è stata presentata questa estate nelle sale di Casa de Gentili a Sanzeno. L’iniziativa “Tesori dal passato” prosegue ora a Trento fino al 1° febbraio con un doppio appuntamento.
È dedicata alle “Acquisizioni per l’Ottocento” (Torre Vanga, piazza della Portèla 1) la piccola ma significativa esposizione , che rievoca le atmosfere dei palazzi trentini in età romantica, un periodo, c’è da dire, non ancora valorizzato come merita nelle raccolte pubbliche. L’allestimento, incentrato sul salotto da conversazione e di rappresentanza, ripropone le atmosfere di antiche dimore signorili facendone così rivivere il gusto e lo stile di vita. Al massimo grado è esaltata la fruizione dei singoli pezzi, provenienti soprattutto da palazzo Crivelli di Pergine. Nel percorso espositivo si possono ammirare in particolare alcune limpide vedute di Trento del pittore veronese Giuseppe Canella, commissionate nel 1835 dal conte Malfatti, in un confronto inedito e suggestivo con la veduta della città presentata da una rara carta da parati. Superba, tra tutte le opere, la scultura di Innocenzo Fraccaroli raffigurante Atala e Chactas, proveniente dalla collezione della famiglia Salvotti de Bindis di Mori.
“Ritorno a casa” (Cappella Vantini, via delle Orne 1): è stato scelto un titolo particolarmente suggestivo per la esposizione di pezzi artistici del primo Ottocento già di proprietà dei conti Thun e ora appartenenti al patrimonio pubblico provinciale. Si tratta di alcune raffinate opere d’arte, quadri, ritratti, nature morte e mobilia, appartenute alla collezione del conte Matteo Thun (1812-1892), che le commissionò per palazzo Thun a Trento, quello che da un secolo e mezzo è il municipio della città, e per il castello di famiglia a Vigo di Ton. Ereditate, contese, discusse, vendute e trasferite diverse volte, sono state infine acquisite dalla Provincia autonoma di Trento nel dicembre 2013. Tali testimonianze oggi tornano ‘a casa’, nella cappella di famiglia. Si tratta dunque di un'iniziativa che per una volta consente di ripristinare il nesso tra l'oggetto e il contesto di appartenenza. La location è infatti la ex cappella di palazzo Thun, progettata dallo stesso architetto bresciano Rodolfo Vantini che è anche il progettista di alcuni dei mobili qui esposti. Oltre ai vari ritratti di famiglia dipinti dai maestri dell’avanguardia veneta e lombarda Ludovico Lipparini, Giovanni Pock e Ferdinando Bassi, da non perdere le nature morte floreali di Tommaso Castellini e la selezione di lettere e volumi un tempo conservati rispettivamente nell'archivio e nella biblioteca di famiglia. Un vero capolavoro è il prezioso busto marmoreo di Raimondina Thun, la prima moglie del conte Matteo, realizzato da Luigi Ferrari, da porre a confronto con il ritratto della stessa servitogli da modello. Importante il catalogo redatto nell’occasione dallo scrupoloso Salvatore Ferrari e da Emanuela Rollandini dalla penna felice.
Si rinnova così l’opportunità di scoprire i piccoli e grandi capolavori acquisiti dall’amministrazione provinciale e restituiti alla collettività in un’ottica di tutela e valorizzazione di un’eredità comune. Anche in Trentino è sempre più solida la consapevolezza che le opere d’arte del passato costituiscono parte integrante del patrimonio collettivo. Sono mostre come questa che danno mirabilmente corpo a tale idea.
Le due mostre sono aperte fino al 1° febbraio, dal martedì alla domenica, 10-18, ingresso libero. Info: Comune di Trento, Ufficio Cultura, tel. 0461.884287.
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