Il faccia a faccia di Gianni Gecele, maestro artigiano
“La mia prima impressione? Stupore”. Gianni Gecele, maestro artigiano trentino, ha avuto l’opportunità di un faccia a faccia con Papa Francesco, in Aula Nervi. L’occasione gliel’ha fornita il 4 dicembre dello scorso anno Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv, la federazione delle organizzazioni di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, che all'Udienza privata di Papa Bergoglio con i duemila volontari della Focsiv ha voluto al suo fianco questo artigiano trentino ideatore della “stufa che cova”, che i nostri lettori già conoscono (vedi Vita Trentina n. 41 del 2014).
“Sì, sono rimasto stupito, davvero stupito dalla semplicità di Papa Francesco, dai suoi modi affabili, dall’eloquio pacato, dalla capacità di ascolto”, racconta Gecele. “Alla televisione vedi questa persona così in alto, così potente… Trovartelo lì, davanti a te, e vedere che è un uomo semplice, come tutti noi… non puoi che restare stupito. E dopo averlo incontrato, ti resta addosso l’impressione di conoscerlo da sempre”.
Col Papa, Gianni Gecele ha potuto scambiare alcune parole. “Cattai mi ha presentato come artigiano e Papa Francesco si è un po’ meravigliato con gli occhi. Gli ho spiegato il funzionamento della stufa realizzata con la Fondazione Fontana (che aderisce alla Focsiv, ndr) in Kenya per migliorare la resa e ridurre il consumo di legna, davvero preziosa in quei contesti, ma che funziona anche da incubatrice per le uova”. Si tratta di una soluzione innovativa che la Fondazione Fontana ha realizzato insieme con Ipsia, l’organizzazione non governativa del movimento aclista, all’interno di un progetto di riforestazione – “Tree is Life” – portato avanti da alcuni anni a Nyahururu, ai piedi del monte Kenya. “Cinque anni fa sono stato in Kenya con Fabio Pipinato della Fondazione Fontana”, racconta Gecele. L’idea era quella di vedere se era possibile introdurre qualche tecnologia capace di migliorare la qualità della vita della popolazione. “All’inizio mi sono fatto un po’ ‘fregare’ dalla tecnologia: ho pensato a un forno solare, a una parabola per concentrare i raggi solari… Ma per quanto ci sforzassimo, apparivano soluzioni poco funzionali, non adatte ad essere adottate in quella realtà. Poi, osservando i loro fuochi e pensando alle nostre stufe a olle, ho pensato di adattare quel modello, semplificandolo al massimo, togliendo tutto ciò che non era indispensabile”. E’ nata così, alzando da terra il fuoco con una stufa di terra rossa e pietra refrattaria e deponendo delle uova nello spazio così ricavato sotto la stufa, la prima incubatrice che funziona a legna.
Sempre prodigo di consigli per i familiari che con lui portano avanti l’attività della ditta di lavorazioni meccaniche che ha sede a Romagnano di Trento, Gianni Gecele si spende da sempre nel tempo libero con entusiasmo ed energia nel volontariato. Fin dall’inizio è accanto alla Fondazione Fontana di Trento e Padova, che tra gli altri progetti cura anche il portale di informazione Unimondo. “Quando Papa Francesco ci ha detto che, come volontari Focsiv, siamo immagine di una Chiesa che, cito a memoria, si mette il grembiule e si piega verso i fratelli in difficoltà, mi sono davvero commosso”, dice Gecele. “Io sono convinto che chi fa il volontario dà, offre il suo tempo, il suo sapere, le sue competenze ma riceve anche tanto”, afferma, riecheggiando il francescano “è dando che si riceve”. E lo dice “egoisticamente”: “Riconosciamolo, siamo un po’ egoisti, in fondo: il volontariato ti dà soddisfazione, ti gratifica, ti dà libertà…”. E pensa a quando, nel carcere di Trento, da maestro artigiano ha dato a sei detenuti “che non sapevano neppure cosa fosse una mola a disco” la possibilità di diventare saldatori. Interpretando così pienamente l’auspicio espresso da Papa Francesco ai volontari Focsiv – e a chi fa volontariato in genere – di “diventare uno strumento al servizio del protagonismo dei poveri”. “Sono parole che ho trovato molto belle – dice Gecele – e molto aderenti alla realtà”.
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