Dalla discoteca al convento: suor Anna Nobili porta la sua testimonianza ai giovani della val di Non
Prima, sui cubi delle discoteche più in voga di Milano, ballava per mostrare il suo corpo e per piacere agli uomini; oggi danza per raccontare l’amore di Dio e per Dio, e così realizza la sua vocazione. “Quando ballo, mi abbandono a Gesù che danza in me, senza troppo codificare o coreografare. È come quando ci si innamora: non si può spiegare”, racconta Anna Nobili in una delle tante interviste che hanno reso popolare questa suora con un passato complicato alle spalle: una situazione di violenza e sofferenza in famiglia, una giovinezza segnata dalle notti scatenate nei locali e in discoteca, dove nei fine settimana lavorava come cubista, a cercare di colmare il suo “vuoto d’amore” attraverso l’alcool, il sesso facile e le relazioni trasgressive.
Con uno spettacolo di danza Suor Anna Nobili (che oggi ha 44 anni, e che ha preso i voti perpetui nel 2008) offrirà la sua testimonianza in una serie di incontri in val di Non organizzati tra sabato 3 e domenica 4 gennaio dall’Unità pastorale Cristo Salvatore, dalla Pastorale giovanile della Val di Non e dal decanato di Mezzolombardo. Suor Anna è abituata a raccontare la sua storia, ma sempre, al centro della sua testimonianza, c’è il desiderio di voler raccontare non se stessa, ma l’amore di Dio che dà speranza a ogni vita, anche quando sembra “perduta”.
Lei, Gesù, lo incontrò proprio nel momento peggiore, “quando avevo perso tutto, persino il mio corpo, la mia dignità di donna”. Fu anche grazie alla testardaggine della madre che, una vigilia di Natale, la giovane Anna entrò quasi per caso in una chiesa. Ne rimase colpita e nei mesi successivi cominciò a frequentarla. Di giorno in chiesa e la notte in discoteca: “Ero come schizofrenica dentro, presa da due gioie: la gioie della notte e la gioia che trovavo in chiesa, con le sue musiche, il profumo d’incenso, la gente bella che mi incontrava e che voleva solo conoscermi, non usarmi”. Fu un ritiro di tre giorni ad Assisi a darle la scossa che cercava per una scelta definitiva, facendole improvvisamente sentire la presenza di Dio dentro di lei come qualcosa di inaspettato e bellissimo. A 23 anni, Anna abbandona il mondo delle discoteche e dello spettacolo (lavorava anche come ballerina in tv): “avevo capito che il corpo è il tempio di Dio, che la mia sessualità era sacra e che non dovevo gettarmi via”. Ma il cammino alla ricerca della sua verità fu ancora difficile e tormentato, oscillando a lungo tra consacrazione e matrimonio, due vocazioni egualmente affascinanti agli occhi della giovane. “È stato faticosissimo scegliere: se mi consacro, come faccio a gestire la mia affettività?”. Anna sentiva che aveva bisogno di amore. “Ma se mi pensavo in una famiglia, mi sentivo stretta. Mi ero così innamorata di Gesù che pensarmi con un altro uomo era come tradirlo”. Alla fine degli anni ’90, quando aveva 28 anni, incontrò le Suore operaie della Santa Casa di Nazareth, semplici, gioiose, sorridenti. “Ho capito subito che erano loro la mia famiglia”.
Suor Anna ha stravolto la sua vita (una conversione radicale che racconta anche nel libro “Io ballo con Dio”, scritto a quattro mani con Carolina Mercurio e pubblicato nel 2013), ma una cosa le è rimasta: l’amore per la danza. Anche se, due anni prima di entrare nell’ordine, aveva smesso di ballare: “Pensavo che la danza non c’entrasse niente con Dio”. Ma le consorelle l’hanno incoraggiata a coltivare questo dono, e a fare del suo talento uno strumento di servizio per gli altri. Sei anni fa suor Anna Nobili, sostenuta dal suo vescovo Domenico Segalini, ha aperto a Palestrina una scuola di “ballo cristiano”, la “Holy dace” (che dall’anno scorso ha una sede distaccata in Puglia, vicino a Lecce), dove insegna a bambini, ragazzi e adulti a “danzare con Gesù”, promuovendo la danza come espressione di comunione con Lui, come “una preghiera libera, soltanto che invece di usare solo la parola, si usa tutto il corpo”. Oggi, con più di cento allievi, la suora operaia insegna, organizza ritiri spirituali e stage di danza cristiana, e porta in tutta Italia spettacoli che traducono in movimento la Parola: la creazione, i vizi capitali, la storia di “Ruth. Un’amica da non perdere”, di “Giuseppe, re dei sogni”, una veglia su Maria…
In val di Non suor Anna Nobili porta il suo ultimo spettacolo, scritto con Stefano Vagnoli e Carla Tombesi, ispirato alla parabola del figliol prodigo: si intitola “Stop! dov’è papà?” e racconta la possibilità di trovare il proprio posto nel mondo anche quando tutto sembra perduto. Attraverso lo spettacolo di danza e durante le Messe festive (per le date e gli orari delle testimonianze vedi il riquadro, ndr) suor Nobili racconterà anche ai giovani trentini la sua storia, quell'incontro che “l'ha liberata”, che le ha talmente cambiato il cuore, “che io certe cose è come se non le avessi mai fatte”.
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