“Senza la tenerezza non esiste felicità di coppia. La tenerezza non va confusa con il sentimentalismo del 'tenerume' ma dipende dalla virtù della fortezza, solo un amore forte è un amore tenero, come quello vissuto tra la Vergine Maria e San Giuseppe”. Mons. Carlo Rocchetta ha sfatato luoghi comuni ed ha invitato le coppie a scegliere la tenerezza nel loro rapporto, in occasione dell'incontro “La tenerezza, come progetto di relazione nuziale”, organizzato dal decanato di Rovereto e tenutosi sabato 13 dicembre presso il Teatro Rosmini.
Fondatore del Centro familiare “Casa della Tenerezza” di Perugia, il sacerdote è autore di diversi libri sul tema e profondo conoscitore delle relazioni di coppia per i numerosi colloqui che svolge. Ma a tutti propone la tenerezza come rimedio: “Anche noi sacerdoti ne abbiamo bisogno”. La tenerezza fa infatti parte della natura umana, in quanto creati ad immagine e somiglianza di un Dio che è la Tenerezza, ma che purtroppo è offuscata dalle ferite del peccato originale. “E' in noi un germoglio che dobbiamo far crescere con la buona volontà”, ha aggiunto don Carlo. Il rimedio funziona, il 60% delle coppie seguite nella “Casa della Tenerezza” riesce a superare la crisi e i coniugi si ri-innamorano. “La fase dell'innamoramento in cui non si vedono i difetti dell'altro è temporanea e destinata a terminare”, ha detto il relatore. “La coppia non regge se non è sufficientemente matura per passare alla fase dell'amore, dove si vedono i difetti dell'altro ma si accettano con il perdono”. Si passa allora – secondo don Rocchetta – alla “delusione” e poi alla “freddezza emotiva”, dove si punta continuamente il dito l'uno contro l'altro, dove si parla con rabbia e dove alla fine ci si separa.
Per don Carlo, la tenerezza ha anzitutto una dimensione verticale, “sentirsi nel grembo di Dio”, e poi orizzontale verso il prossimo (l'immagine della croce). Ma “poiché la grazia presuppone la natura”, la coppia deve avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e farsi aiutare per maturare prima psicologicamente. La fede poi, secondo il relatore, è un “valore aggiunto” che può far raggiungere alla coppia un alto livello di amore. “Chi non crede cercherà di vivere la tenerezza naturale, finché ci riesce, anche se non è facile”, ha aggiunto don Carlo rispondendo ad una domanda del pubblico.
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