Ucipem, il Consultorio “scoppia”

Più che triplicate le consulenze in pochi anni, mentre le risorse diminuiscono. Chiede aiuto ai trentini l’unico consultorio onlus privato accreditato dalla Provincia

A chi è abituato a guardare alla qualità dei rapporti umani, non piace parlare di quantità, ragionare sui numeri. Ma i responsabili dello “storico” Consultorio Familiare Ucipem (nato ancora nel 1965, fra i primi in Italia) ora sono costretti a fare i conti con un bilancio in sofferenza, gravato dalle pesanti riduzioni dei contributi provinciali. “L’alternativa che vorremmo evitare è quella di dover ridurre tempi e opportunità della nostra offerta, sempre più apprezzata come dimostra l’aumento delle richieste e la provenienza dal passaparola di conoscenti, colleghi o amici. Ci dispiacerebbe soprattutto perdere tempestività (ogni richiesta di appuntamento viene soddisfatta entro 15 giorni, n.d.r.) e soprattutto la continuità che è necessaria nella consulenza relazionale”, constata la presidente dell’associazione, Enrica Tomasi, volontaria come tutti i membri del direttivo. “Negli ultimi 7 anni le prestazioni richieste sono passate da 1500 a quasi 5 mila l’anno – aggiunge – e vi rispondiamo con uno staff affiatato di 15 consulenti specialisti: ogni settimana s’incontra per valutare le singole situazioni e predisporre il supporto più adeguato, in prevalenza di tipo psicologico”.

Sono stati quasi 800 nell'ultimo anno le persone che hanno goduto della capacità di ascolto dei consulenti Ucipem (dallo psicoterapeuta al legale, dal mediatore famigliare al sessuologo): “Al 93% queste persone sono rimaste soddisfatte, dopo gli otto incontri (circa)hanno riferito di un benessere ritrovato”, precisa la direttrice Vanda Scopel che segnala la novità di un 20% degli utenti sotto i 25 anni (conseguenza dell'ingresso degli esperti Ucipem in varie scuole) ed un altro 20 per cento sopra i 50 anni. Un terzo del totale sono coppie, ma sempre più diffusa è la consulenza richiesta dal singolo: è cresciuto fino ad un terzo il numero dei maschi, che un tempo avevano forse più difficoltà nel farsi aiutare. C'è anche chi ritorna? “Certo – risponde Scopel – quando in un' altra fase della vita si trova ad incontrare problemi nuovi”.

A far “scoppiare” gli uffici della sede di via Francesco Ferruccio (“stiamo cercando un’altra soluzione ampia in città per poter rispondere alle numerose richieste di appuntamento”) sono le crescenti difficoltà relazionali nella coppia e il rapporto genitori-figli, soprattutto adolescenti: “Siamo sempre più convinti dell'importanza di prevenire: è importante poter trovare un supporto fin dall'insorgere di qualche problema. Il fattore tempo è importante”. Di qui la preoccupazione di scongiurare eventuali riduzioni di orario (“con le risorse di quest'anno avremmo dovuto chiudere a metà ottobre”, esemplifica la direttrice) e la sottolineatura di un servizio che aiuta il benessere dell'intera comunità. “Un aiuto alla famiglia, mirato a stabilire relazioni positive e accoglienti, è anche un aiuto all'intera comunità”, osserva Enrica Tomasi.

Basta passare in rassegna anche le iniziative specifiche che vanno dalla consulenza pedagogica alla formazione dei giovani sposi, dall’intervento nelle scuole (“Open Space”) alla prevenzione del disagio familiare col progetto Pinocchio, fino al “pacchetto” denominato “Famiglie al bivio”: “Puntiamo sulla prevenzione affinché si arrivi a vivere la separazione senza perdere di vista la responsabilità genitoriale”, spiegano: ecco il servizio di mediazione familiare, la consulenza pedagogica, i gruppi di confronto per genitori separati (e per famiglie ricomposte). Ma anche l'attenzione a bambini e ragazzi che nei piccoli gruppi di parola (6 o 7 al massimo) trovano la modalità adeguata per esprimere le loro emozioni e difficoltà, prima durante e dopo la separazione dei loro genitori (in gennaio partirà un nuovo gruppo per la fascia 6-11 anni).

Anche se è incoraggiato dall’Arcidiocesi (con un contributo di parte dell’8 per mille) e da altre iniziative di raccolta fondi, ora il direttivo Ucipem si rivolge ai lettori: una donazione anche piccola (fra l’altro, deducibile) potrebbe essere una prova tangibile di voler sostenere alle spalle l’impegno di chi opera con competenza e buoni risultati per il benessere di tante famiglie trentine.

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