Oggi, a due giorni dalla fine dei negoziati, sul podio, a contendersi l’indesiderato premio troviamo USA e Giappone, che stanno tentando con tutte le forze di rimuovere adattamento e loss & damage dal testo definitivo dell’ADP (Durban Platform). La cosa risulta quasi paradossale se si guarda al passato recente dei due paesi colpiti entrambi da eventi catastrofici che hanno causato la morte di centinaia di persone (vedi gli uragani Sandy e Katrina negli USA o il tifone Vongfong in Giappone). I delegati dei due paesi non godono certo di buona memoria.In seconda posizione, vogliosa di tornare a calcare lo scomodo podio, troviamo la Polonia, i cui delegati distrattamente non si sono resi conto che il destino dell’industria del carbone e’ ormai segnata: continuano a proporre nuovi progetti legati all’uso del carbone come parte di un pacchetto di investimenti europei da 300 miliardi di euro, quando l’IPCC, la societa’ civile e la maggior parte dei delegati presenti alla conferenza sono a favore di una transizione energetica, verso il superamento dei combustibili fossili.Infine al terzo posto si posiziona il Venezuela, il cui ministro degli affari esteri ha fatto una dichiarazione non particolarmente felice: “il problema del cambiamento climatico non e’ conseguenza diretta della produzione di petrolio, quanto dal suo uso irrazionale”. Gli consigliamo riposo ed un corso di approfondimento sul tema.C’e’ del marcio qui in Peru’. Pero’ tra le tante sconfortanti notizie, in mezzo alle nubi nere e tossiche dell’ottusita’ si intravedono alcuni raggi di sole. Cosi’ oggi abbiamo ben tre vincitori del Ray of the Day awards. I vincitori sono Peru’, Colombia e Germania, che si sono impegnati a investire in finanziamenti ambientali, vitali per le sorti delle negoziazioni e per tutti i paesi caratterizzati da vulnerabilita’ climatica.– La Germania ha promesso 60 milioni di dollari per il fondo per l’adattamento– Il Peru’ ha promesso 6 milioni di dollari per il Green Climate Fund– Colombia ha promesso altri 6 milioni di dollari sempre per il Green Climate FoundDaniele Saguto
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