“Qui a Lima l’Australia sta dicendo che non riesce a capire il concetto di long-term temperature limit. Ma hanno mai provato a mettere del cibo nel forno mentre si sta riscaldando?”. Con queste battute viene annunciato lo Stato vincitore del Fossil of the Day di martedì. Un’altra volta è l’Australia a meritarsi il riconoscimento da parte del Climate Action Network per essersi impegnata al massimo per fare il minimo per rispondere alle sfide del cambiamento climatico.Il Report della Banca Mondiale “Turn Down the Heat” sull’importanza dell’abbassamento del riscaldamento globale mette in luce l’importanza di prevenire l’innalzamento delle temperature oltre i 1.5-2 °C e molti Stati hanno condiviso questo allarme, ma non quello australiano che non cogliere i rischi.Un altro aspetto che l’Australia sembra avere difficoltà a comprendere è l’idea di “global solidarity”. Con questa espressione si intende il dovere che ogni Paese ha di capire come i problemi da affrontare coinvolgono tutti. Viviamo infatti tutti in una singola biosfera e siamo interconnessi anche per quanto riguarda la nostra salute, sicurezza e fonte di cibo. Ciò significa che anche quando si parla degli effetti del cambiamento climatico tutti dovremmo sentirci coinvolti.Il fatto che l’Australia continui a tenere un comportamento ostruzionista formulando commenti poco costruttivi stupisce ancora di più se si pensa alle tante isolette delle sue coste che vivono una condizione al quanto vulnerabile. La presenza di periodi di siccità ed incendi che spesso affliggono il territorio australiano dovrebbe far capire la necessità di abbandonare comportamenti da free-rider a agire concretamente nell’ottica della solidarietà globale per gestire il cambiamento climatico.Alice Tomaselli
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