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Ogni giorno, alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, lo staff di CAN (Climate Action Network) si riunisce, tra l’altro, per scegliere il paese che riceverà il premio “Fossil of the day”. L’iniziativa è nata nel 1999 durante il German NGO Forum, organizzato dalle Nazioni Unite.
In questa prima giornata di negoziati, sotto un sole che ha messo alla prova anche i più tenaci climatizzatori dei padiglioni della Conferenza, il famigerato premio “Fossil of the day” è spettato a Belgio, Austria, Irlanda ed Australia per essere gli unici Paesi sviluppati a non aver ancora contribuito al Green Climate Fund, sentendosi forse ingiustificabilmente svincolati da questo impegno contributivo. L’intransigenza di questi franchi tiratori si può contabilizzare in termini di milioni di dollari assenti dalle casse del fondo. E questo significa che consistenti quantità di denaro sono sottratte agli sforzi per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre il proprio inquinamento. Questa non è la giusta premessa per avviarsi propositivamente lungo la strada che condurrà a Parigi.
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