Chi ha in animo di candidarsi alle prossime elezioni amministrative comunali, nel 2015, abbia ben chiaro che è chiamato prima di tutto a ridare dignità alla politica ed al servizio amministrativo. Tra le raccomandazioni che l'appello della Pastorale sociale, ambiente e turismo della Diocesi di Trento rivolge “alla cittadinanza, a coloro che intendono candidarsi e alle segreterie dei partiti e ai coordinamenti delle liste civiche”, quella che pone l'accento sulla necessità di riportare entrambe – la politica e il servizio amministrativo – nella fiducia dei cittadini è la raccomandazione chiave, quella da cui discendono in qualche modo tutte le altre. Perché, come ricorda la nota della Pastorale sociale citando Paolo VI, “la politica, senza certamente risolvere ogni problema, si sforza di dare soluzioni ai rapporti fra gli uomini” (Octogesima adveniens, n. 46). E la ricerca di soluzioni ai problemi di una città e della comunità che la abita non può prescindere dal dialogo, dal confronto, dalla relazione: che di fiducia si nutrono, altrimenti nulla di solido si può costruire.
Le amministrazioni comunali hanno una responsabilità da far tremare i polsi, sottolinea il documento della Pastorale sociale: ed è la responsabilità di ricostruire il senso di comunità e di appartenenza. E' bene quindi – e la nota incoraggia esplicitamente in tal senso – che nelle amministrazioni pubbliche vi sia la presenza dei credenti.
A loro e a tutti i candidati ecco le altre raccomandazioni. In primo luogo, si auspica che chi si candida “sappia esprimere con chiarezza, onestà e trasparenza le motivazioni della sua candidatura”, indicando anche – è la voluta sottolineatura – “le radici del suo impegno amministrativo politico”. Al candidato si chiede anche di iniziare “per tempo la sua preparazione” e di essere “attento alle necessità dei suoi concittadini”: servono “una visione nuova” e ”progettualità, per preparare un futuro migliore per le generazioni presenti e per quelle che verranno”. Ancora, a chi si candida si chiede di domandarsi “se la sua candidatura viene fatta per tempo o se corrisponde solo al criterio dei voti che essa potrebbe portare alla lista”; se la sua, in definitiva, non sia solo una candidatura strumentale per far aumentare le chances di vittoria.
Il vademecum per il candidato prosegue con l'invito ai candidati a costruire insieme ai cittadini il programma elettorale, indicando le priorità (ad esempio, si suggerisce, la necessità – “come ricorda Papa Francesco” – di un ripensamento dell’economia) e a portare avanti la legislatura “nella coesione”: perché “la decadenza della politica è dovuta anche all’assenza della cittadinanza”.
Per finire, ce n'è anche per chi – sia all'interno dei partiti sia dentro le liste civiche – è chiamato a confermare le candidature: costui “sia coraggioso nel proporre persone formate ed oneste, che non siano condizionate da interessi personali, rischiando anche la perdita di consenso”. Solo in questo modo si offrirà “una chiara visione di una politica nuova”: tanto più necessaria, conclude la nota, “perché è in gioco il bene delle persone”.
Lascia una recensione