Di fronte alla crescente disaffezione verso la politica, un vademecum per gli aspiranti consiglieri comunali
La vicenda dei vitalizi, che ha alimentato in queste settimane il dibattito politico in regione, ha profondamente indignato molti e ha contribuito a minare la fiducia nella politica. Ma come e in qual e misura potrà incidere sulla partecipazione al voto nelle amministrative comunali del 2015? Proprio alla luce del moltiplicarsi dei segnali di una crescente disaffezione verso la politica (ma ad evitare anche sempre possibili strumentalizzazioni), con largo anticipo rispetto all'appuntamento elettorale della primavera prossima è stato presentato mercoledì 3 dicembre nella sala San Paolo del Centro Comunicazioni Sociali, in via S. Giovanni Bosco a Trento, l’“Appello verso le amministrative comunali 2015”, curato dall’Ufficio pastorale sociale, ambiente e turismo della Diocesi di Trento.
Motivazioni autentiche, competenza, una coscienza critica capace di “ridare dignità alla politica e al servizio” sono alcune delle raccomandazioni che la Pastorale sociale, ambiente e turismo rivolge a coloro che intendono candidarsi, hanno spiegato don Rodolfo Pizzolli, delegato vescovile per i problemi sociali e il lavoro, e il vicario generale mons. Lauro Tisi. L’appello – condiviso e approvato dal vescovo Bressan, è stato precisato – esprime il punto di vista della Diocesi.
Attingendo alla Dottrina sociale della Chiesa e giovandosi delle riflessioni di docenti e studenti della Scuola diocesana per la politica, l’economia e il sociale che dal 2009 propone in varie località del Trentino corsi di formazione alla cittadinanza responsabile e di cui è coordinatore lo stesso don Pizzolli, il documento si presenta come una sorta di vademecum rivolto a chi ha intenzione di candidarsi e alle segreterie dei partiti e ai coordinamenti di liste civiche. “Troppo spesso – ha sottolineato mons. Tisi – vediamo candidature improvvisate. Il nostro è un invito ad argomentare con concretezza e progettualità la propria candidatura, esplicitando quali valori si hanno alle spalle e si vogliono portare nell’esperienza politica”. Solo così, ha aggiunto, si può portare qualità all’agire politico, evitando il rischio di dare spazio a interessi di parte. Il candidato tipo? Per mons. Tisi è una persona che si pone a servizio degli altri “sgombro dall’interesse per se stesso”. “Stiamo morendo tutti di narcisismo e la politica non fa eccezione”, precisa ai microfoni di radio Trentino inBlu. “Io penso invece che la politica sia fatta da uomini e donne che, insieme, cercano il bene comune, sfruttando le competenze dei singoli e mantenendo un forte contatto con il territorio e con i corpi intermedi”. L’invito ai candidati è a costruire insieme ai cittadini il programma elettorale, indicando le priorità, e a portare avanti la legislatura nella coesione, perché “la decadenza della politica è dovuta anche all’assenza della cittadinanza”. Un forte legame con la base elettorale sarò anche l’antidoto a quella che mons. Tisi ha stigmatizzato essere “la deriva leaderistica” della politica, la tendenza ad affidare al leader di turno la soluzione dei problemi. “Credo invece – ha detto mons. Tisi – a una politica partecipata, dove sul leader prevale la competenza delle varie componenti”. “In questi anni i corpi intermedi e un po’ tutti noi abbiamo lasciato il politico a se stesso, siamo stati poco di stimolo”, ha aggiunto, per concludere riprendendo l’incoraggiamento ai credenti, espresso nell’appello della Pastorale sociale, ad essere presenti nelle amministrazioni pubbliche con competenza e responsabilità.
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