L'intuizione montessoriana protagonista di una tavola rotonda a Trento. E da gennaio partono i corsi di specializzazione a Metodo Montessori
"Per Maria Montessori educare è aiutare la vita nel senso di favorirne lo sviluppo obbedendo alle leggi che lo regolano, quindi lasciar agire da solo il bambino non significa abbandonarlo ma porlo in quella dimensione di scoperta che è l'infanzia affiancandolo con discrezione, lasciandolo libero di esplorare. Aiutare il bambino a fare qualcosa da solo è difficile, ma l'adulto deve diventare cacciatore della sua attenzione e concentrazione".
È il messaggio contenuto nell'intervento del professor Raniero Regni a raccogliere e armonizzare quanto emerso dalla tavola rotonda dedicata a "La modernità di Maria Montessori tra scienza e pedagogia" organizzata dall'Associazione "Il Melograno – Centro informazione Maternità e Nascita" di Trento svoltasi sabato 22 novembre al teatro S. Marco.
Un incontro denso di interventi significativi che hanno messo in luce l'eredità culturale e la dimensione educativo-scientifica dell'approccio montessoriano, mostrando quanto esso possa essere ancora oggi guida e fonte di ispirazione per genitori, insegnanti ed educatori.
"L'intuizione montessoriana non è una tra le tante mode pedagogistiche ma una proposta culturale di elevato livello la cui bontà è confermata anche dalle ricerche in campo neuroscientifico, e questo convegno è un momento importante per quanti hanno consapevolezza che un altro modo di fare educazione è possibile", ha detto in apertura dei lavori Daniela Scandurra, presidente de "Il Melograno". Le ha fatto eco Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera Nazionale Montessori (ONM), che ha sottolineato l’importanza di garantire il carattere permanente e la qualità della formazione di chi si occuperà dell’apprendimento dei bambini applicando il Metodo Montessori. Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento della conoscenza della Provincia di Trento, ha confermato l’intento di appoggiare il progetto di formazione a metodo Montessori in Trentino: a gennaio 2015 partiranno infatti i corsi di specializzazione organizzati dall’ONM in collaborazione con “Il Melograno”, rivolti a educatori 0-3 e insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Tale iniziativa favorirà l’attivazione di classi a metodo Montessori nella scuola pubblica di Trento già per l’anno scolastico 2015-16.
La provocazione di Maria Montessori rimane intatta, come ha sottolineato nel suo intervento Regni, professore ordinario di Pedagogia sociale presso il Dipartimento di Scienze umane della LUMSA di Roma e grande studioso del pensiero montessoriano. "Montessori ci aiuta ad avere fiducia nel bambino, nel suo essere costruttore e maestro di se stesso. L'istruzione come la intendiamo oggi è una forma di sapere per addizione, ma il sapere passa attraverso gli esempi e non le regole e Montessori propone un processo di sottrazione in cui l'adulto fa spazio al bambino fornendo i materiali dell'apprendimento e preparando un ambiente adeguato". Secondo lo studioso, Montessori pur non potendo vedere le mappe del cervello aveva un "microscopio spirituale" e non temeva la parola disciplina: "La disciplina nasce dalla libertà e quando lasci il bambino libero di agire da solo lo affidi alla percezione sensoriale mentre compito dell'adulto è osservarlo senza affrettare il processo di apprendimento".
Altro momento suggestivo la testimonianza della professoressa Maria Clotilde Pini, allieva di Maria Montessori, che ha raccontato la sua esperienza di direttrice nella scuola pubblica montessoriana sottolineando il valore dell'attesa: "I bambini sono una scoperta quotidiana e le maestre devono sintonizzarsi con i loro bisogni rispettandoli senza essere invasive".
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