Stroncato da un infarto lunedì 17 mattina durante una battuta di caccia in Valcava. Aveva 47 anni
Con il saluto della gente di montagna “Weidmannsheil”, la comunità di Fierozzo, Frassilongo e dell'intera Valle dei Mocheni si è accomiatata da Diego Moltrer, scomparso improvvisamente lunedì 17 novembre, di buon mattino, quando stava rubando qualche ora di tempo agli impegni istituzionali come presidente del Consiglio regionale per la sua attività preferita, la caccia, incarnata sin da ragazzo seguendo le orme dei suoi avi.
Nella parrocchiale di Fierozzo il vicario generale, mons. Lauro Tisi, ha celebrato il rito funebre di fronte ad una folla straripante che dal giorno del decesso si è stretta intorno alla moglie, ai tre figli, alla mamma e agli altri congiunti, ammutolita. Lunedì 24 novembre sarà celebrata a Trento in Cattedrale, alle 11, una Santa Messa di suffragio presieduta dall'arcivescovo mons. Luigi Bressan.
Diego Moltrer, il sindaco, il presidente, per tutti era anzitutto l'amico disposto a dare una mano in qualsiasi ora del giorno e della notte. Lo sanno bene i suoi concittadini, la gente della valle, e dal giorno dell'elezione in Consiglio regionale e provinciale anche altre persone che dalle prime ore dell'alba, prima dell'apertura dell'orario di lavoro al pubblico, potevano accedere ai suoi uffici. Amava il rapporto personale diretto, con tutti, fatto di poche parole, di precisi impegni. Gli è costato parecchio il passaggio dallo scranno di primo cittadino a quello di esponente politico ai vertici dell'Istituzione regionale anche per l'innesco del dibattito sui cosiddetti “vitalizi” ai politici da lui stesso promosso, che ha scosso l'opinione pubblica locale con risvolti anche a livello nazionale. La vicenda, secondo gli amici di partito e i suoi più stretti collaboratori, nonostante un fisico da gigante, lo ha come stretto in una morsa portandolo ad una condizione di stress pressoché quotidiana.
Le sue montagne hanno fatto da cornice al suo corpo a due passi dal lariceto dell'Imperatore, montagne di cui conosceva tutti i segreti e che ha tentato in tutti i modi, non sempre riuscendovi, di trasformare in risorsa turistica per consentire migliori benefici per la sua gente, coinvolgendo sindaci e consigli comunali delle realtà limitrofe, adeguando la rete viaria forestale, migliorando gli edifici fatiscenti (malghe e baite) ad uso zootecnico, realizzando le piste da fondo con i punti di ristoro alle estremità del percorso, nei pressi di Kamauz e di Val Cava, la valle che ha assorbito i suoi ultimi passi in quell'ultima battuta al camoscio.
A piedi, col Suv o in motoslitta, d'estate e d'inverno le montagne della valle lo hanno avuto come geloso custode. Dai mestieri antichi dismessi come i boscaioli, i costruttori di scandole di larice per la copertura dei tetti, ha tratto forza per avviare nuove attività remunerative, integrative dell'attività agricola, nel campo dei piccoli frutti e della zootecnia. Per far conoscere le nuove tecnologie a supporto del lavoro in montagna chiedeva la presenza di aziende tirolesi che esibivano i loro macchinari sulla piazza del paese, parlando in tedesco, in modo da aggiornare l'antico dialetto mocheno.
Da sindaco aveva sopportato un processo con grande dignità vincendo la causa. La sua famiglia ha garantito la guida della collettività ininterrottamente per quasi un secolo e mezzo, guadagnandosi il titolo di “Milord”. In un'occasione hanno cercato di fargli le scarpe come primo cittadino approntando una lista di colletti bianchi, ma lui vinse con quasi il 70% dei suffragi. Ha guidato sui sentieri di casa e della zona molti cronisti per far conoscere i problemi e le povertà della sua gente che non poteva vivere di ricordi, dopo la caduta verticale degli antichi mestieri come quello dei “cromeri” (ambulanti), che si spingevano sin oltreconfine coi loro prodotti artigianali portati a spalla durante tutti i mesi dell'anno.
Usava i suoi mezzi per trasportare i concittadini bisognosi alle visite mediche specialistiche. Era di casa alla scuola elementare per ogni evenienza e chiamata. Si è fatto promotore per la consegna, attraverso il servizio postale, delle medicine agli ammalati. Con caparbietà ha operato per il mantenimento di almeno un negozio e di un bar, come centri di servizio e di relazioni fra acquirenti e avventori. Non si contano le iniziative in campo culturale facendo rivivere le manifestazioni popolari, religiose e civili. La caccia ha cambiato volto sotto la sua guida trasformandosi in riserva ricca delle specie autoctone nel rispetto dei piani di abbattimento. Ed anche dai cacciatori con il “Weidmannsheil” è stato espresso l'augurio che il Signore lo accolga sui “pascoli del cielo”.
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