Tutt'altro che reduci o nostalgici del fazzolettone. Gli adulti scout cattolici italiani (attenzione, peraltro, non tutti sono ex) hanno mostrato in questa tre giorni del Sessantesimo di saper guardare al futuro. Con entusiasmo rinnovato (sono 15 i gruppi attivi in Trentino Alto Adige) dal fatto di avere messo a fuoco un'identità chiara e una precisa missione. “L'educazione dura tutta la vita” e il Masci vuole valorizzare i princìpi dello scoutismo (sanciti nella legge e nella promessa), portandovi tutto lo specifico dello scautismo cattolico. “Il vostro contributo può essere decisivo, come esempio per i giovani, ma anche per i non cattolici”, li ha incoraggiati a proposito il religioso francese padre Jacques Auei, mentre il vescovo di Civita Castellana, mons. Romano Rossi, ex scout, ha osservato come dia speranza cristiana il riconoscere “come sono belli questi scout” anche nella società di oggi.

E allora, bando alle lamentazioni per l'irrilevanza apparente nei mass media (“è il rischio di tutte le sigle cattoliche”, ha riconosciuto Matteo Truffelli, neopresidente di Azione Cattolica) e avanti con la convinzione di una missione chiara: l'educazione degli adulti. Scelta “rivoluzionaria e controcorrente oggi, scelta di frontiera per rilanciare il valore dell'uguaglianza e della fraternità fra gli uomini”, come ha detto l'ex presidente Roberto Della Rocca: “Non possiamo restare al sicuro nel calore rassicurante delle nostre comunità, consolati dalle certezze acquisite e dai nostri riti, ma dobbiamo uscire dalle mura per confondersi con la gente nelle strade e nelle piazze, portando la testimonianza delle misericordia di Dio”. “E' la strada difficile, non quella facile, la strada dell'amore per gli ultimi e per tutte le vittime dei soprusi”. Anche gli scout, adulti e non solo, vogliono far parte della “Chiesa accidentata” della Evangelii gaudium e “non della Chiesa malata per le comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”.