Nell’omelia, l’arciprete-decano don Vittorio Zanotelli ha ricordato la figura impegnata e disponibile di Cornelio, la sua missione pubblica portata avanti in oltre 40 anni al servizio e per il bene dell’intera comunità lavisana.
Cornelio è stato sindaco dal 1978 al 1990, ma anche vicesindaco e assessore agli inizi della sua carriera politica, poi nuovamente assessore, consigliere comunale e anche presidente del consiglio comunale fino al 2010. Una carriera fatta di grande e innata passione per la sua comunità, nella quale ha speso i suoi anni migliori, tanto da chiamare il Municipio “la sua seconda casa”.
Intensa la sua attività di primo cittadino, con la quale ha promosso, attuato e quindi portato a compimento parecchie opere importanti e innovative per l’intera borgata. Dall’ampliamento e ristrutturazione del municipio, alla creazione del parco urbano, del centro operativo comunale con caserma dei Vigili del fuoco volontari, il rinnovo del campo sportivo, la progettazione e realizzazione del Palavis. E ancora, la ristrutturazione e costruzione della biblioteca con annesso auditorium comunale, il rinnovo degli acquedotti locali e quelli delle frazioni, l’impianto del metanodotto sul territorio comunale. Nell’estate del 1983, ideò e fondò insieme al Consiglio comunale di allora la Cooperativa Paganella. Fondò anche il Consorzio di raccolta rifiuti (poi chiamato ASIA), del quale divenne il primo, impegnatissimo presidente.
Figura carismatica e tenace, come lo hanno ricordato durante la celebrazione anche i figli Elisabetta, Ivano e Michele insieme ai vari nipoti. “Il nostro papà era proprio un tipo tosto, però giusto e corretto in tutte le sue decisioni e convinzioni della vita”, hanno detto. “Caparbio all’infinito ma però sempre dolce quanto bastava”. Anche l’attuale sindaco Graziano Pellegrini è intervenuto all’ambone: “L’intera borgata deve molto a Cornelio; ha fatto tanto su tutto e per tutti, Lavis deve essergli sempre riconoscente”. Tra la folla in chiesa, oltre al sindaco anche la Giunta insieme al gonfalone comunale, tanti anche i rappresentanti politici provinciali e regionali insieme al presidente della Provincia Ugo Rossi.
Prima di lasciare la chiesa la Corale S. Cecilia ha eseguito “Signore delle Cime” tra la commozione di tutti. Al camposanto, nonno Cornelio è stato salutato dal nipote Valerio che ha eseguito col suo trombone uno dei pezzi d’opera preferiti e cioè la “Bella figlia dell’amore” tratto dal Rigoletto. Anche da parte di Vita Trentina, sempre letta in casa Moser, le condoglianze più sincere alla moglie Annamaria e ai tre figli di Cornelio. Al quale, la nuora Grazia ha dedicato la foto dell’ultima gita in montagna fatta tutti insieme, con le parole tratte dalla canzone di De Gregori “Rimmel”: “ … e qualcosa rimane , fra le pagine chiare e le pagine scure … “.
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