QUANDO

Venerdì 21 (pomeriggio e sera) e sabato 22 novembre: si terrà la prima sessione dell'Assemblea Diocesana Sinodale. Una seconda sessione è prevista il 28 febbraio 2015.

DOVE

La sede è il Centro Mariapoli di Cadine, dove i 98 rappresentanti di tutto il territorio diocesano si incontreranno per un momento di ascolto e di riflessione.

PERCHE'

Il tema scelto è quello delle Unità Pastorali per riflettere sui principi, sulle esperienze fatte, le pratiche seguite e circa le prospettive di questa scelta, nuova rispetto al Sinodo del 1986.

Mancano due settimane ormai all'atteso appuntamento dell'Assemblea Diocesana Sinodale convocata dall'Arcivescovo Luigi Bressan che in questi giorni ha scritto anche a tutti i parroci invitandoli a pregare nelle domeniche 9 e 16 novembre. In quest'intervista a Vita Trentina anticipa alcuni aspetti.

Mons. Bressan, che differenza c'è nel parlare di Assemblea Sinodale invece che di Sinodo?

Nel senso di corresponsabilità ecclesiale non vi è differenza tra i due tipi di incontro. Visti i tempi che ci siamo dati, questo che andiamo a fare non è un “Sinodo” formale (con le sue norme ed esigenze giuridiche) , ma un’Assemblea che vuole porre all’attenzione  e condividere un aspetto della vita della Chiesa di Trento che si è esplicato attraverso la scelta delle Unità pastorali.

Per intenderci, guardando a esperienze vicine, la Diocesi di Bolzano ha deciso di indire un Sinodo generale ancora in corso, quella di Brescia ne ha fatto uno, come noi, sulle Unità pastorali. E' comunque un’”operazione ascolto” comunitario con la quale il Vescovo desidera mettersi in ascolto per compiere quel discernimento comunitario che a lui compete e che troverà la sua conclusione nel documento del febbraio 2015. Pensiamo di poterlo consegnare alla Chiesa in Duomo.

La comunità ecclesiale tornerà dunque a occuparsi delle Unità Pastorali. Ma in che modo?

E’ da vent’anni che se ne parla, e da più di un decennio la Chiesa di Trento ha intrapreso il cammino delle Unità Pastorali. Sono ormai 30 le Unità formalmente costituite e vivono in grado diverso una collaborazione inter-parrocchiale. Era opportuno fare una riflessione sul percorso compiuto e sulle prospettive da sviluppare.

Quali sono gli obiettivi specifici dell’Assemblea Sinodale?

Dalla presa d’atto di questa scelta e nella visione della realtà della nostra Chiesa locale, nella fiducia dello Spirito Santo, è maturata la necessità di mettersi in ascolto delle esperienze acquisite, delle pratiche di questi dieci anni, per valutare insieme quali aspetti siano da consolidare o da sollecitare, da introdurre o lasciare. E’ comunque importante essere consapevoli che questo cammino non è un punto di arrivo definitivo.

Perché?

Perché è piuttosto un passaggio che ci apre ad accogliere ulteriori cambiamenti che ci saranno via via imposti dal contesto che è in continuo e rapido cambiamento. Vogliamo indagare la chiamata dello Spirito in questa epoca, senza introversioni, né motivi di pessimismo.

Era opportuna un’Assemblea sinodale oppure bastava un Consiglio diocesano o un incontro di coloro che hanno fatto esperienza di Unità Sinodali?

Prima di decidere ho sentito i Consigli pastorali e le esperienze fatte; ma il syn-odos è molto più rappresentativo dell’intera Chiesa locale. Vogliamo evidenziare che questo cammino della Chiesa di Trento è un cammino che facciamo insieme, che non è imposto semplicemente dall’alto come strategia per compensare il calo numerico dei preti: fare un cammino sinodale vuol dire prestare l’ascolto e favorire il confronto, per poter discernere la via che oggi il Signore ci sollecita a intraprendere. E’ proprio per dare spazio all’ascolto di chi già vive la realtà dell’Unità pastorale, ma anche di chi ne ha solo sentito parlare, ma sa che questa scelta coinvolgerà a breve anche il territorio su cui vive, ho ritenuto di convocare un’assemblea sinodale che sarà composta da circa 100 persone. Sono i componenti il Consiglio presbiterale, i componenti il Consiglio Pastorale Diocesano, i delegati di zona e 17 persone nominate direttamente dal Vescovo. Ricordo che già il Concilio di Trento ha prescritto frequenti sinodi nelle Diocesi; da noi è sempre stato difficile convocarli (nonostante i richiami della Santa Sede) nei secoli scorsi per la co-presenza di due culture e due metodi pastorali. Altrove avvenivano spesso: brevi, su temi specifici. Dopo il Vaticano II se ne è tenuto uno generale, su tutta la vita della Chiesa.

In che cosa si distinguono queste due fasi assembleari?

Abbiamo invitato tutte la comunità a pregare ed un Comitato ristretto ha preparato il programma e lo “strumento di lavoro”. Venerdì 21 e sabato 22 novembre sarà tempo di ascolto, seguendo fedelmente un’ ampia traccia di lavoro consegnata a tutti i componenti l’assemblea. Sulle questioni lì poste si articolerà il dibattito. Si parlerà, secondo le sezioni dello Strumento di lavoro, dei “principi fondanti” delle Unità pastorali nella nostra Diocesi, quindi di buone pratiche e di esperienze in corso, per valutare quali aspetti debbano essere enucleati come davvero importanti per ogni Unità; di qui nasceranno anche ulteriori questioni che resteranno aperte per un approfondimento in aula o in futuro. Se necessario, vi è la possibilità di un voto.

I contributi raccolti durante il confronto andranno ad arricchire e modificare la traccia di lavoro proposta e nei mesi successivi se ne terrà conto per la stesura del documento finale, che sarà sotto l’autorità del Vescovo, intesi appunto i rappresentanti di tutta la Chiesa trentina.

Che continuità vede con la recente Assemblea Diocesana del settembre scorso?

Quella aveva in programma il rilancio missionario, che è alla base di un nuovo cammino. Infatti non si tratta di introdurre semplicemente nuove strutture, ma l’obiettivo principale è quello di ricercare continuamente una pastorale efficace e missionaria che possa immettere nelle nostre comunità la buona notizia del Vangelo e che ci renda capaci di annunciare una fede che parla alla vita. Per questo la spiritualità è fondante.