Un aiuto ai profughi siriani e iracheni

La guerra in Siria e in Iraq, la presenza dell’Isis che ha imposto l’autoproclamato Stato Islamico, gli scontri con le milizie curde nel nord-est dell’Iraq hanno costretto alla fuga migliaia di iracheni, in gran parte cristiani, presenti nelle pianure di Ninive e di Mosul da duemila anni. Moltissimi hanno trovato riparo in Libano, che ospita un milione e mezzo di profughi. A farsi portavoce dei loro bisogni è l’abate Marcel Abi-Khalil, che ha scritto un’accorata lettera dalla sua parrocchia cristiano maronita Titoldi Deir-El-Kamar a Chouf al Centro missionario di Trento. “Il nostro popolo è stanco, sfiduciato e disperato”, scrive. “Tante famiglie non possono sopravvivere senza l’aiuto della Chiesa”. La parrocchia assicura una volta alla settimana un pasto per gli anziani e i profughi cristiani iracheni riparatisi a Chouf, ma le risorse non bastano. L’appello è rilanciato dal Centro missionario diocesano, dove ci si può rivolgere per offrire un aiuto economico (tel. 0461891270).

“Aiuto alla Chiesa che soffre” (acs-italia.org) ha approvato un piano straordinario di aiuti per migliaia di rifugiati cristiani in Iraq, per un valore di 4 milioni di euro.

“Emergenza Kurdistan: non lasciamoli soli” è il progetto di cooperazione promosso da Focsiv, e Avvenire d’intesa con Iscos-Cisl, Mcl, Masci, Azione Cattolica e Banca etica e rivolto a 250 famiglie (2000 persone). Per aiutare: www.emergenzakurdistan.it.

Anche la Fondazione Avsi (www.avsi.org), in collaborazione con il Patriarcato caldeo e la Caritas irachena, lancia una raccolta fondi a sostegno dei profughi iracheni che hanno trovato rifugio nell’area di Erbil, nel Kurdistan iracheno.

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