Superata da tempo la simpatica fola – tutta italica – degli scontri tra il sindaco Peppone e il parroco don Camillo, oggi si pone il problema di costruire nuove relazioni tra il capo-popolo laico e il capo-popolo religioso, dentro la nuova struttura “Unità pastorale”. La chiesa ha detto la sua per adeguare i comportamenti alla nuova realtà. Ora anche qualche sindaco prende autorevolmente la parola.

In val di Cavedine (vedi pagina 26) don Luigi Benedetti ha allargato la sua “cura pastorale” a tutta la valle ed è diventato parroco di sette realtà: Vigo Cavedine, Brusino, Cavedine, Stravino, Lasino, Castel Madruzzo, Lagolo (estivo), Calavino (storica sede decanale).

Domenica scorsa il sindaco di Calavino Oreste Pisoni ha dichiarato, anche a nome del suo Consiglio, che “la comunità è pronta a vivere insieme le nuove esperienze ecclesiali, in maniera attiva e interessata, perché camminare insieme avvicina, lega e unisce”. Senza ambagi, offre il suo impegno e quello della sua Amministrazione comunale “per tutte le iniziative religiose, sociali, aggregative che si vorrà intraprendere”; mette sul piatto “un paese ricco di associazioni di volontariato e un tessuto sociale attivo e vivace che saprà costruire grandi momenti per continuare insieme a fare chiesa in modo nuovo”.

Il sindaco di Cavedine Eugenio Simonetti ha attualizzato gli indirizzi teorici del fare-assieme: “La comunità religiosa e quella civile, pur operando ognuna negli ambiti a loro propri, agiscono unitamente per il bene comune e per favorire una convivenza pacifica, equa e rispettosa dei diritti e delle esigenze di tutti”. Ha elencato poi le sfide che, oggi, mettono tutti alla prova, dal pluralismo di culture alla crisi economica. Per guardare al futuro con fiducia, ha rispolverato la prassi dei padri che “ci sprona a incarnare nel nostro tempo quello spirito di unità e di solidarietà che ha animato le generazioni passate”; perché “tutti hanno diritto di vivere bene, in maniera dignitosa e felice”.

B.G.