Con 22 centri a migliaia di km l'uno dall'altro, in diversi continenti del mondo, l'associazione Apibimi onlus promuove e sostiene, attraverso il finanziamento di progetti di “autosviluppo” affidati alla gente del posto, la crescita e la formazione dell'infanzia nei Paesi impoveriti. Congo, Mozambico, India, Vietnam, Brasile, Argentina, Peru, Messico: quanti bambini da mandare a scuola! Da tre anni l'associazione opera anche nelle scuole del Trentino, dove l’istruzione non è un privilegio ma un obbligo, con l’intento di “creare una coscienza diversa per il futuro”.
La sensibilizzazione sulle problematiche del Mondo impoverito è uno degli obiettivi di Apibimi (non solo nelle scuole): quest’anno il progetto che porta nelle classi trentine, coordinato da Thoms Festi, si intitola “La storia dell’altro è(ra) la nostra”, a rispecchiare le ambivalenze tra ciò che accade o è accaduto nei paesi in cui opera Apibimi e ciò che anche da noi è già successo. “Ci avvaliamo della collaborazione di un giovane, John, rifugiato nigeriano in fuga dalla Libia a causa della guerra civile. È arrivato da noi con un viaggio della speranza. Raccontare la sua esperienza ai più giovani può essere utile anche per capire la nostra emigrazione, cosa provarono i nostri nonni, come reagimmo a quei cambiamenti di vita, quale fu il trattamento che ci venne riservato”, spiega la presidente dell’Associazione Roberta Montanari.
“Ogni anno, in tutte le scuole che visitiamo, elementari, medie o superiori, abbiamo trovato disponibilità nei professori e collaborazioni durature tanto che alcune classi hanno adottato a distanza alcuni bimbi o aderito ai nostri progetti”, prosegue soddisfatta la presidente.
Sono una cinquantina gli incontri che ogni anno Apibimi propone nelle scuole, raccontando le sue esperienze di solidarietà internazionale dalla viva voce dei volontari e degli operatori rientrati in Italia, spesso in collaborazione con altre realtà (ad esempio Operazione Colomba o il Cam-Consorzio Associazioni con il Mozambico), e proponendo spesso un parallelo con la realtà trentina (dalla storia della nostra cooperazione all'esperienza del microcredito in Perù) o italiana (la Resistenza al fascismo e la situazione in Vietman).
E se a sensibilizzare i giovani sui temi della solidarietà internazionale fossero i loro coetanei trentini? Questo l’intento che si è concretizzato nel concorso di idee lanciato nelle scorse settimane da Apibimi, in cui si chiede ai ragazzi (19-35 anni) di presentare la loro personale visione della solidarietà internazionale utilizzando il mezzo che più preferiscono: un filmato, un racconto, una foto, un fumetto, un quadro, una scultura, una canzone, una poesia, ma anche un gioco, un’applicazione… spazio alla creatività. Si partecipa a gruppi di due persone, gli elaborati vanno consegnati entro il 31 ottobre; le due idee più accattivanti saranno premiate, dopo un apposito corso di formazione, con un viaggio in Brasile di tre settimane in una delle realtà sostenute dall'Associazione.
Il concorso, che si intitola “Up to you”, è un modo per avvicinare i giovani ai valori e ai principi della solidarietà internazionale in maniera partecipata e coinvolgente. “Puntiamo su questi ragazzi – spiega la presidente Montanari – perché un domani saranno loro ad entrare nel mondo del volontariato e della solidarietà e a dedicarsi ad esso con impegno e passione”.
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