All'assemblea sociale della Cassa Rurale confermate le difficoltà del momento storico. Consegnati i premi agli studenti migliori
“Prosegue la tendenza del 2013”: in queste parole del direttore Mauro De Manincor c'è la sintesi amara dell'andamento della crisi in cui siamo piombati e che inevitabilmente si ripercuote anche sulla Cassa Rurale di Pergine. Lunedì sera era in programma l'assemblea dedicata al bilancio sociale, ma ovviamente l'attenzione di molti era puntata su ciò che sarebbe stato comunicato relativamente alle prospettive economiche generali. Grige, anche per il presidente Franco Senesi e il direttore di Cassa Centrale Mario Sartori, pur inquadrate in una chiara volontà di affrontare il momento con determinazione e fiducia.
Per quanto riguarda la Cassa Rurale di Pergine, i primi sei mesi del 2014 appaiono condizionati dalla situazione generale ancora complicata. Qualche timido segnale si era avuto a inizio d'anno, regolarmente cancellato, così come all'inizio dell'estate, per cui si è ripiombati nelle difficoltà dell'anno prima. E' vero, la raccolta nei primi sei mesi è aumentata a 792 milioni (+ 1,16%), ma probabilmente è un segnale della mancanza di investimenti, di poca fiducia da parte dei risparmiatori; e infatti gli impieghi sono diminuiti dell'1,92% (497 milioni). Ciò che preoccupa è la qualità del credito col 9,86 di sofferenze (fino a pochi anni fa si aggirava sul 2%) e il 17,93 di incagli per un totale che sfiora il 28%. Una situazione che a lungo andare può compromettere anche il consistente patrimonio della Cassa che si aggira sui 120 milioni. L'utile dei primi sei mesi si aggira sui 422 milioni contro i 902 dell'anno precedente.
Un quadro poco roseo quindi, che rispecchia l'andamento dell'economia del territorio in cui la Cassa opera, che chiaramente è in calo più che in altre parti del Trentino che pure sta segnando difficoltà più gravi che nel vicino Alto Adige. Pergine fra l'altro negli ultimi decenni ha fatto segnare un incremento demografico più consistente che in altri comuni, spingendo molto il settore immobiliare che con la crisi si è trovato in piena bufera coinvolgendo naturalmente anche la Cassa Rurale. Una situazione complessiva fatta soprattutto di ombre ma che, è stato ripetuto da tutti, può costituire anche un'occasione per riscrivere le regole di comportamenti più responsabili e ritornare a quei principi di convivenza che a suo tempo avevano caratterizzato la nascita della cooperazione, vale a dire il superamento dell'individualismo a cui ci aveva portato un mal interpretato benessere per puntare a una valorizzazione del bene comune.
Ed è proprio questo che caratterizza il bilancio sociale della Cassa Rurale (3.290 soci, 97 dipendenti, 19.400 clienti vale a dire l’80% degli abitanti della zona in cui opera), impegnata su più fronti per contribuire al bene della comunità. Gli oltre 700 mila euro distribuiti ai 180 enti e associazioni di volontariato che operano nel territorio di competenza (comuni di Pergine, Tenna, Sant’Orsola Terme, Fierozzo, Civezzano), non sono che il freddo dato economico di un impegno che è ben più profondo e che in gran parte opera attraverso quell’associazione Cooperazione Reciproca Pergine che da sette anni costituisce la colonna portante dell’attività sociale della Cassa. Con un’attenzione particolare al mondo giovanile che non è mancato all’assemblea per la consegna dei “premi allo studio” (25.550 euro) a 74 giovani diplomati di scuola media e superiori e laureati. “Siete voi la nostra salvezza”, ha concluso il presidente Senesi con una battuta che forse tale non è. “Noi abbiamo contribuito a rovinare questo mondo, voi aiutateci a ricostruirlo”.
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