“Snellire e accelerare i processi di annullamento laddove i presupposti richiesti sono evidenti”. A chiederlo, all'inizio del Sinodo della famiglia, sono i presidenti delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) che hanno dedicato al tema della famiglia l'assemblea plenaria che si è svolta a Roma dal 2 al 4 ottobre. “Benché sono diverse le cause – scrivono i vescovi nel comunicato finale – molti matrimoni sembrano oggi non essere validi. Nella coscienza di tanti drammi che portano al fallimento di molti matrimoni, oltre all'appello alla perseveranza, è emersa la necessità di snellire e accelerare i processi di annullamento laddove i presupposti richiesti sono evidenti. Insomma solo una pastorale che sappia essere attenta alle persone e fedele alla Parola di Di Dio potrà annunciare con gesti e parole la bellezza della famiglia, anche nei momenti di crisi, e potrà diventare testimonianza dell'amore misericordioso di Dio”. Per i vescovi europei “la famiglia non è un problema, ma una soluzione per l'Europa”, “fonte di risorse inestimabili per le nostre società europee di cui costituisce il capitale umano”. Ne consegue una richiesta, che tiene conto della crisi e dell'austerity ai governi, di “leggi e politiche che sostengono la famiglia”, prendendo coscienza che “non vi è altra realtà che possa 'produrre' capitale umano come la famiglia”. Accanto alle espressioni di gratitudine e plauso per la testimonianza di “tante famiglie cristiane che vivono la loro fedeltà anche in mezzo ad una cultura individualista”, i vescovi d'Europa parlano della necessità di una “pastorale adeguata”, non come esecuzione di un progetto elaborato a tavolino, ma che si “declina nell'accompagnamento da parte del sacerdote e della comunità cristiana, di coppie e famiglie che sono le vere protagoniste per comprendere il progetto di Dio”. Ai giovani che prediligono la convivenza o altre forme che ritardano “l'investimento in un legame duraturo e stabile” i vescovi mandano loro a dire: “l'impegno fedele è sorgente di bene e di felicità”.