Inaugurato il nuovo centro Alzheimer “Nucleo C.A.S.A.”, acronimo di “Con Allegria Stiamo Assieme”
Un bel traguardo quello raggiunto dalla Rsa “Giovanni Endrizzi” di Lavis che nella giornata di sabato 20 settembre, ha presentato alla comunità il nuovo centro Alzheimer “nucleo C.A.S.A.” situato al primo piano dell’edificio in via degli Orti, 50.
L’incontro di presentazione coincide con il mese dedicato al morbo di Alzheimer, durante il quale sono state programmate numerose iniziative in provincia per avvicinare la cittadinanza a questo tema.
Il nuovo centro di Lavis “casa nella comunità”, come l'ha definito il primo cittadino Graziano Pellegrini, insieme alla Rsa di Pinzolo, rappresenta in provincia di Trento una risposta concreta a quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale: oggi l’Alzheimer è una realtà di fronte alla quale si è chiamati sempre più a rispondere con soluzioni idonee a migliorare la qualità di vita del paziente e della sua famiglia.
“C.A.S.A” è l’acronimo di “Con Allegria Stiamo Assieme” perché l’obiettivo è quello di creare un clima familiare e condividere il piacere di stare in compagnia nella libertà e in tutta sicurezza con personale adeguatamente formato. “È stata la squadra a scegliere il nome della struttura”, ha detto la direttrice della Rsa Delia Martielli. “È bello sentire parlare di squadra perché esprime la presenza di una forte coesione e unione all’interno del gruppo di lavoro. Il nucleo C.A.S.A di Lavis è la tappa di un viaggio cominciato un paio di anni fa grazie al sostegno e all’impegno di tutto il personale che ha sostenuto questo progetto fin dal principio”.
Ricreare un ambiente vicino al vissuto dell’ospite è uno fra i principali obiettivi. “Qui deve sentirsi a casa” le parole del presidente Renato Brugnara. “È importante mantenere l’idea di casa con spazi e oggetti che consentano di rivivere e conservare il proprio passato”. Per questo all’interno della struttura sono stati realizzati piccoli ambienti familiari come la cucina, il salottino, l’angolo caminetto. Ci sono anche la sala relax, l’area beauty e una terrazza. Tutto è costruito attorno all’ospite: dai locali principali, gli spazi comuni, i luoghi di sosta, i colori delle pareti e la disposizione degli arredi. “Le persone affette dal morbo di Alzheimer ci offrono dei comportamenti speciali che richiedono preparazione”, spiega Martielli. “Per questo abbiamo cambiato anche il nostro modo di fare assistenza”.
All’interno della struttura è stato adottato come modello gestionale il metodo “gentle care” (cura gentile) della terapista occupazionale canadese Mojra Jones, che prevede la creazione di un ambiente idoneo con personale formato e un modello assistenziale centrato sulla relazione e capace di rispondere in modo adeguato ai ritmi del paziente. La dottoressa Letizia Espanoli che da 27 anni lavora in ambito socio sanitario e studia la patologia di Alzheimer ha sottolineato l’importanza della relazione. “Dobbiamo ricordarci che oltre la malattia c’è la persona e per questo ci vuole maestria anche nella relazione e nel contatto personale”, ha detto. Semplici attenzioni come un saluto affettuoso, un abbraccio sono gesti importanti nella vita quotidiana delle persone affette da Alzheimer.
Il benessere della famiglia, oltre a quello del paziente, è un altro obiettivo a cui puntare. Scoprire di avere un parente affetto dal morbo di Alzheimer porta con sé incertezza, paura e senso di disorientamento sul come gestire tale situazione. La vita cambia non solo per il paziente ma anche per chi gli sta attorno e lo assiste. Lo sanno bene mogli, mariti, figli e nipoti dei malati di Alzheimer che vedono il progredire lento ma inesorabile di questa patologia nei propri cari. La quotidianità si costruisce giorno per giorno sulle esigenze della persona affetta dal morbo. “È importante sostenere i familiari”, ha ribadito Brugnara. “Vogliamo dare risposte concrete a situazioni difficili”.
Sono stati programmati anche una serie di incontri presso la struttura, aperti a tutta la comunità, seguiti da Letizia Espanoli per far conoscere e approfondire questo tema. Il “Nucleo C.A.S.A”, in questo senso, rappresenta una risposta concreta e un passo avanti nella ricerca di soluzioni vicine a chi vive questa drammatica malattia e a chi li cura e li assiste nella vita di tutti i giorni.
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