Le periferie, il cuore

Anche se non fosse firmato, il messaggio sul tema dell’ottobre “Periferie, cuore della missione” si capirebbe subito che viene da Papa Francesco. L’osservazione è di don Beppino Caldera, direttore del Centro Missionario Diocesano, che così introduce il mese di missionario nella sua consueta lettera sul periodico “Comunione e Missione”. “Si sente – continua don Caldera – il cuore del vero pastore che si preoccupa perché “moltissima gente non conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di grande urgenza la missione ad gentes, a cui tutti i membri della

Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata in uscita”.

Il lavoro missionario, l’andare, l’impegnarsi, non deve essere considerato un grande sacrificio che fa soffrire. Il Papa ci ricorda la gioia dei discepoli che ritornano

dalla missione (Lc. 10, 17-20). Gesù tuttavia li ammonisce a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto di liberare la gente dai demoni, quanto per l’amore ricevuto e perché i loro nomi sono scritti nei cieli”.

Invitando i trentini in Duomo per quel momento di comunione e corresponsabilità che è la veglia diocesana di sabato 4 ottobre don Caldera scrive che “è la stessa gioia che brilla negli occhi dei nostri missionari, è la gioia di ogni persona che condivide con loro l’opera di evangelizzazione. Ma attenzione, direbbe Gesù, a non lasciarsi ingannare dai successi dei propri progetti, magari di solidarietà, ma di essere felici per il sentirsi coinvolti in quella stessa missione che Gesù ha affidato agli apostoli, affinché gli uomini diventino suoi discepoli.

Il Papa ci parla dell’urgenza della missione ad gentes, perché Gesù sia conosciuto.

Vediamo con orrore la strumentalizzazione di religioni per conquistare il potere nel mondo, con violenze, guerre, genocidi, persecuzioni. Il papa reclama

che non si può fare nessuna violenza in nome di Dio. Il mondo ha bisogno più che mai di lasciarsi prendere da Gesù, per conoscere l’amore del Padre. Il mondo conoscerà la pace quando si lascerà prendere dalla gioia del Vangelo. Con Gesù l’uomo sarà liberato dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. (Evangelii Gaudium, 1). Questo è il nostro campo per l’animazione missionaria”.

Mentre l'attualità registra in varie parti del mondo attentati alla dignità dell'uomo ci sono anche segnali di ricerca del dialogo con persone di altre fedi: “In Siria – esemplifica don Beppino – centinaia di giovani si uniscono ogni sera, malgrado il pericolo e la paura, per aiutare la gente rimasta senza nulla, senza chiedere a quale religione appartengono e come credono in Dio. La loro forza

è la preghiera”.

“Altro campo è quello di testimoniare la carità e la giustizia verso i più deboli, fra i quali i profughi. Non occorre cercare lontano le periferie del mondo: basta

aprire gli occhi e il cuore. Ogni giorno si presentano nuove emergenze: è lì – conclude il direttore del Centro Missionario – il nostro campo di lavoro missionario, lì sono le periferie”.

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