Migliaia di persone in Primiero a salutare il rientro del bestiame in stalla dalle malghe
Il rito della “desmontegada”, iniziato a Pinzolo nella fase cruciale della polemica per la morte dell'orsa Daniza, si è concluso domenica 27 settembre nel Primiero con una manifestazione trasformatasi in saga popolare, per la presenza di migliaia di persone, lungo l'ultimo tratto di strada, percorso dalle mandrie che qualche ora prima avevano abbandonato le malghe del Parco naturale Paneveggio-San Martino di Castrozza.
Una passerella, da Siror a Tonadico, attraversando Fiera e Transacqua, per decine di manze e lattifere, tirate a lucido dai pastori e dai proprietari prima dell'abbandono dei pascoli montani, con i campanacci ornati di fiori multicolori frammisti a qualche ramo di mugo.
Il programma ben orchestrato dalle associazioni contadine e turistiche si è dilatato su quattro giornate di incontri, spettacoli, musica, entro la cornice della transumanza e all'interno dell'effettivo ritorno dai monti del bestiame grosso, in stalla, che passa ormai sotto la denominazione comune di “desmontega”. Ma ogni malga ama trasformarsi in piccolo ranch, per richiamare gente ed integrare con l'agriturismo l'attività pastorizia. Asini, cavalli, pecore, capre, galline, conigli, ed ancora oche e tacchini si presentano come tanti zoo domestici in grado di attrarre soprattutto famiglie con bambini. Altro sono i greggi e i branchi di capre che vanno ad occupare gli spazi più elevati dei pascoli alpestri. Un gradito ritorno negli ultimi anni degli ovi-caprini sulle montagne del Trentino, per lungo tempo, con la crisi della zootecnica disertate, anche dagli allevatori padani. La ripresa però è netta a livello locale.
Nel lungo corteo del Primiero hanno fatto la loro bella presenza anche gli animali da cortile difendendo i proprio spazi da pecore e capre, asini e puledri. A Cavalese a conquistare la piazza sono soprattutto le capre grazie agli allevatori di diverse specie presenti in Valle di Fiemme.
L'antica vocazione agricola è stata resa efficace dal ripristino di fogge povere contadine e dalla riproposizione di attrezzi da lavoro per la fienagione, il taglio di legname e la cura appunto delle malghe. Le Desmontegade si stanno proponendo dunque come spaccati etnografici di tradizioni e di costumi della gente di montagna del passato e di oggi con tutte le innovazioni della modernità. Basti pensare agli stessi manufatti adibiti a casare e ricovero di animali (casoni) ristrutturati e raggiungibili attraverso una viabilità sicura, confortevole nella maggior parte dei casi, dotati delle più moderne tecnologie, sottoposti costantemente al controllo del personale medico-veterinario.
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