Il Papa ha chiesto che tutte le diocesi del mondo preghino per il Sinodo dei vescovi che si svolgerà dal 5 al 19 ottobre a Roma e che ha come tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione”.
Dai vescovi italiani è stata indetta una Veglia di preghiera il prossimo 4 ottobre dalle 18 alle 19.30 in piazza San Pietro alla presenza di Papa Francesco e dei Padri sinodali. La Chiesa trentina invita già domenica 28 settembre le comunità parrocchiali, gli istituti di vita consacrata, le associazioni, i movimenti e soprattutto le famiglie a pregare nelle celebrazioni eucaristiche, per proseguire poi anche durante i lavori del Sinodo.
Un ennesimo appello alla preghiera e alla riflessione è arrivato dalla Conferenza dei vescovi italiani, riunita a Roma in questi giorni. Nella sua prolusione il presidente card. Angelo Bagnasco ha citato il prossimo importante appuntamento, ricordando che la famiglia – troppo disprezzata e maltrattata, (il giudizio è di Papa Francesco) – merita più considerazione sul piano culturale e molto più sostegno a livello sociopolitico. Conseguentemente per Bagnasco sarebbe “gravemente fuorviante” ridurre i lavori del Sinodo, “come sembra essere indotto dalla pubblica opinione”, alla prassi sacramentale dei divorziati risposati. E' il tema sul quale è stato chiamato ad esprimersi attraverso la compilazione di un questionario il variegato pianeta rappresentativo ed organizzativo della Chiesa, trovando interesse, sostegno e partecipazione anche in larghi strati, anzitutto delle persone coinvolte in crisi e dissoluzione del modello tradizionale di famiglia e del mondo laico. L'inchiesta mondiale fornisce dunque una rappresentazione sicuramente ampia del quadro familiare e delle attese che, ovviamente come sostiene Bagnasco, non possono ridursi ad un unico argomento. E' però importante, non c'è dubbio. Tant'è che ci sono vescovi, come quello di Anversa, Johan Bonny, che spera che per le coppie irregolari si possa “vedere come Gesù combinava legge e misericordia, verità e misericordia“, auspicando che non sia un “Sinodo platonico”, ma che abbia “un occhio aperto alla realtà concreta e complessa della vita”. Il dissenso per una prospettiva in questa direzione, tutta da costruire, è manifestato da altri. Bagnasco amplia comunque il cerchio delle sue considerazioni alle “tantissime” famiglie italiane che nuotano – spesso annegano – in un mare di difficoltà, e ai molti giovani che non si sentono sostenuti per un progetto di vita familiare. “Trascurare la famiglia, o peggio indebolirla – dice Bagnasco – con forme somiglianti, significa rendere fragile, franosa la società intera”. Il riferimento è alle varie forme legislative invocate a livello civile per le coppie di fatto e i matrimoni fra persone dello stesso sesso, per affidi, affiliazioni e procreazione assistita. “In un progetto di vita che un uomo e una donna pubblicamente dichiarano e assumono con il matrimonio – è la tesi difesa dal presidente della Cei – la collettività riconosce un “soggetto” con doveri e diritti ai quali lo Stato si obbliga”, che si prospetta dunque come “realtà stabile che genera futuro e benessere per tutti; essenziale non solo per la continuità, ma anche per l'organizzazione del vivere comune”. “Per questo – osserva – la famiglia non è una questione privata, ma pubblica, è un bene non solo per la coppia, ma per tutti”.
La “famiglia naturale – sostiene ancora Bagnasco – è il presidio della tenuta non solo affettiva ed emotiva delle persone, ma anche sociale ed economica”. Ne consegue l'invito del cardinale alle famiglie perché si facciano “protagoniste della vita sociale attraverso reti virtuose: reti nazionali e internazionali che diventino interlocutori con gli organi dello Stato e con il mondo imprenditoriale”, costruendo “buoni e incisivi legami” nel segno della “sussidiarietà”. Altri aspetti citati nella prolusione riguardano il trend negativo delle nascite in Italia, il più basso d'Europa, il secondo nel mondo, la scuola che deve aiutare e accompagnare la missione educativa dei genitori, e l'assunto che la famiglia rimane l'unità basilare della società e la prima scuola per i bambini sui valori umani, spirituali e morali, che li “rendono capaci di essere fari di bontà, di integrità e di giustizia”, per usare le parole di Francesco nel recente viaggio in Corea.
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