E' stato uno degli artisti trentini contemporanei più originali e apprezzati Diego Mazzonelli, fondatore del gruppo “Astrazione oggettiva”, scomparso all'ospedale Santa Chiara lunedì 15 settembre a 71 anni.
“Se i principi della poetica di Diego Mazzonelli si sono spesso identificati con la volontà di misurare il tempo attraverso l’assenza di movimento e di prospettiva, creando una sospensione nata dalla concettualizzazione delle forme, nelle opere degli ultimi anni si avverte il bisogno di raccontare qualcosa di un turbamento interiore che non sempre le linee rette riescono a contenere.”
Così scriveva Riccarda Turrina nel maggio del 1996 nel volumetto dell’Adac del Mart dedicato alla storia artistica di Diego Mazzonelli e in controcanto solidale così aveva scritto il sottoscritto nel febbraio dello stesso anno a proposito di una sua bella mostra, organizzata con Remo Forchini alla Galleria Le due Spine di Rovereto: “Mentre nelle opere pittoriche si riscontra questa sorta di gioiosa razionalità, nelle sculture di Diego Mazzonelli si avverte un fantasma inquietante, un sacro apocalittico ammonitore, che con voce d’abisso invita a considerare l’umana miseria e il suo vagare penoso davanti alle porte della verità. In questo intreccio tra il sole e la notte si dipana il filo di un artista che non ha mai cessato di cercare e che ci stimola a seguirlo per restare sempre vigili, sia quando lo sguardo è abbacinato dal sole sia quando le cose sono oscurate dalla notte.”
In questo la ricerca artistica di Diego Mazzonelli aveva allora certamente superato il territorio concettuale e analitico, sua patria prima, ed aveva affrontato la complessità dei tempi con coraggio ed ironia tra il grande Hegel della “morte dell’arte” e il non meno grande Kafka dell’incommensurabile e dell’indicibile.
Davanti al pensiero e al gesto artistico di Mazzonelli giù il cappello, per ora, poi lo reincontreremo nelle sue opere.
Mario Cossali
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