Domenica il saluto del parroco don Daniele Morandini. Lascia un oratorio con quaranta animatori
Con la celebrazione della messa alle 17, don Daniele Morandini parroco per 11 anni ad Aldeno, Cimone e Garniga Terme, saluta domenica 21 la comunità del più grosso centro, sede anche della canonica. Aveva salutato Cimone sette giorni fa durante la sagra, e Garniga la prima domenica di settembre. Don Daniele sarà parroco a Borgo Valsugana, Olle e Castelnuovo a partire dal 21 ottobre, giorno in cui sarà accolto dalle sue nuove comunità.
Don Daniele, undici anni trascorsi in fretta da quel 19 ottobre 2003…
Molto in fretta. Purtroppo il tempo più la vita va avanti più sembra accelerare, ma nello stesso tempo si vedono e si vivono le cose con più equilibrio. Sono stati anni intensi e pieni di attività e soddisfazioni.
Giunto ad Aldeno, nella sua prima omelia, richiamandosi al Vangelo, aveva detto: “Non sono venuto per essere servito ma per servire”. Ci è riuscito?
Non credo. Anche se il desiderio di amare e servire è sempre stato al primo posto nei miei progetti di vita, l’egoismo e la tentazione di mettere se stessi al centro è sempre dietro l’angolo.
In questo breve tempo i segni che lascia sono tangibili: oratorio, chiese…
È vero, ma sono convinto che i segni più belli sono nascosti nei cuori delle persone che in questi anni hanno maturato una fede più solida e più fedele al Vangelo. Le opere materiali sono il frutto di tanta collaborazione, anche dell’ente pubblico, quelle spirituali sono opera dell’amore e della misericordia di Dio.
L’oratorio inaugurato nel novembre del 2006 ha avuto però grande risonanza d’utilizzo. È d'accordo?
Non posso nasconderlo. I giovani oggi sono l’anello più debole e indifeso della nostra società. Spesso nascono in famiglie che non sono tali e soffrono già da piccoli per colpe non loro. Per le mie caratteristiche credo che il mondo dei giovani e dei ragazzi sia stato la mia priorità. L’esperienza dice che se dai spazio ai ragazzi loro rispondono con la loro vivacità ed esuberanza. E con un bel gruppo di 40 animatori ogni attività diventa più semplice.
Altri segni impressi nelle tre comunità “AlCiGa” li ha sviluppati su “Insieme in cammino”, un bollettino con i fiocchi.
Il libretto delle parrocchie è l’unico strumento che entra in tutte le case delle tre comunità ed è distribuito capillarmente e gratuitamente. Per questo, insieme alla redazione, abbiamo speso molto energie per curarlo e renderlo leggibile e snello, con tante foto e begli articoli. Spero che questa realtà possa continuare con lo stesso successo.
Un atteggiamento particolare lei lo ha riservato ai ragazzi e ai giovani. È stato ricambiato?
Molto. Mi sono sentito amato e coccolato dai giovani e da tanta altra gente buona che c’è in questi paesi.
Com’è il dialogo con Nuovi Orizzonti, la comunità di Cei che fa parte di AlCiGa?
Nuovi Orizzonti ha saputo essere luogo di incontro e preghiera per tante persone delle nostre parrocchie. In questi anni il rapporto è sempre cresciuto e la stima è reciproca. In modo particolare con don Giulio, Mirko e Alessandra è nata un’amicizia bella e profonda che va al di la dei rapporti istituzionali.
Invece, che rapporto ha avuto con coloro che sono distanti dalla Chiesa?
Quelli nettamente distanti dalla Chiesa sono molto pochi, molti invece sono indifferenti e tiepidi nei confronti della fede praticata. Le occasioni di incontro però sono molteplici: funerali, matrimoni, battesimi, che non si rifiutano a nessuno. Molte delle attività della parrocchia toccano famiglie lontane e anche di altre religioni, penso ai ragazzi mussulmani o non battezzati che frequentano l’oratorio o i campeggi, e alle tante famiglie che si rivolgono alla Caritas parrocchiale.
Quali persone ricorda in particolar modo?
Sarebbero moltissime da ringraziare e ricordare. Però nomino solo don Italo e don Valerio che mi hanno sostenuto e aiutato con la loro collaborazione. E poi alcune persone defunte che mi sono state molto care e di cui è stato per me difficile celebrare il funerale: il sindaco Daniele, Cinzia, Renzo, Paola, Giorgio, Romina, Mattia.
Qualche rammarico da parte sua?
Gli anziani, li ho un po’ trascurati.
Cosa augura al suo successore don Renato Tamanini che arriverà domenica 28 settembre?
Ti provare l’affetto e la vicinanza delle comunità come ho potuto sperimentare io.
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