Davvero, chi governa il mondo?

La guerra civile ucraina con la pressante interferenza russa; il ginepraio iracheno con la minaccia fondamentalista; l’irrisolto conflitto israelo-palestinese; la forte destabilizzazione in atto in Libia. Per non dire delle dimenticate guerre africane cui nessuno sembra badare più di tanto. Torna molto utile, in questo babelico scenario internazionale, la lettura per certi versi illuminante del libro di Sabino Cassese (Chi governa il mondo?, Ed. il Mulino, pp. 132, euro 14).

Cassese, che è giurista – è anche componente della Corte Costituzionale – e insieme sperimentato politologo, affronta vari argomenti tutti di estrema attualità che però sembrano ruotare attorno al serrato confronto tra globalizzazione, sovranità degli Stati nazionali e presenza di una pletora – e non è detto qui che quantità coincida con qualità – di istituzioni intergovernative e amministrazioni globali. E’ il variegato mondo della global governance di cui le Nazioni Unite sono il classico esempio. E nell’analisi di Cassese ritornano pagine illuminanti sulla difesa dei diritti umani, sulla tutela dell’ambiente, nel settore del diritto del lavoro e del commercio internazionale dove viene menzionato, ad esempio, il caso del Wto (acronimo inglese dell’Organizzazione mondiale del commercio) creato con il forte consenso americano e che in alcuni frangenti ha sanzionato proprio il comportamento degli States.

Il ragionare di Cassese non è meramente asseverativo. Propone, anzi, numerosi interrogativi come quello se sia possibile esportare la democrazia con l’uso della forza, visti gli esiti disastrosi finora recentemente prodotti. O se la globalizzazione non si riveli un vulnus per la democrazia vista la diminuzione del controllo elettorale sui governi nazionali. In questo quadro mondiale, le ong (organizzazioni non governative) svolgono un ruolo essenziale di corretta “interferenza” in nome degli essenziali e fondamentali diritti umani di tutti a partire dai più deboli e spossessati di possibilità.

Il fatto che sessant’anni fa – all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale -fossero neanche un migliaio e oggi più di 60 mila rivela del lento, ma progressivo cammino di donne e uomini che “si intromettono” nelle vicende nazionali per aiutare e soccorrere donne e uomini in carne ed ossa e dal settore sanitario a quello dell’istruzione e dei servizi essenziali, dicono concretamente del bisogno incessante delle persone di farsi “prossimo” verso chi ha meno opportunità solo perché è nato in determinati territori.

Il discorrere di Cassese è oggettivo e scientifico, ma non dimentica il dato umano, quello dal quale occorre sempre ripartire e tener conto.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina