La biciclettata di lunedì a Bolzano ha lanciato un appello alla salvaguardia del Creato. Quattro diocesi insieme, d'intesa con il pastore evangelico e il parroco ortodosso rumeno
Non basta pedalare, ci vuole uno scatto in più. La biciclettata condivisa lunedì dalla diocesi di Bolzano-Bressanone per la 9° Giornata per la salvaguardia del Creato con le delegazioni di Trento, Belluno e Como è stata soltanto “un contributo simbolico”, ma i credenti cattolici (assieme agli evangelici e agli ortodossi, che tanto s'impegnano per la custodia del Creato) sanno bene che il Vangelo chiede molto di più.
Anche prima di salire in sella, il vescovo altoatesino Ivo Muser ha richiamato con forza al dovere della conversione ecologica: “Non bastano le parole, non basta questa Giornata di sensibilizzazione. La nostra responsabilità per il Creato deve rendersi concreta nelle abitudini quotidiane, nei nostri valori, nelle nostre scelte di ogni giorno, nelle nostre decisioni personali e comunitarie, nel nostro stile di vita che possiamo trasmettere agli altri soltanto con il nostro esempio e con la nostra coerenza”. Un impegno che va alla radice, alla “parola radicale” di Gesù”, come dice Muser: “Convertitevi dalla voglia di avere e di avere sempre di più alla leggerezza e allo stupore dell'essere che è dono del Creatore”.
La camminata sull'altopiano del Renon, affacciato sul profilo inconfondibile dello Sciliar e del Rosengarten, ha richiamato il divario fra la bellezza primitiva e l'armonia spezzata da gesti di violenza e di sopraffazione. Si parte allora dal pentimento, sostenuto dalle note di Bach all'organo nella chiesa riformata di Bolzano (una comunità di 500 persone, in gran parte immigrati dalla Germania), trasformato in preghiera dal pastore Marcus Friedrich e dal parroco rumeno ortodosso padre Lucian Milasan, che vede l'uomo “ancora troppo egocentrico, incapace di pensare al futuro e al dovere di tramandare di generazione in generazione la custodia del Creato”. Mons. Bressan, che guida la delegazione trentina con don Rodolfo Pizzolli, don Andrea Decarli e Alessandro Martinelli, prega per le persecuzioni a motivo religioso, scandalo di questi tempi.
La preghiera si fa poi confronto circolare con l'esperto Andrea Omizzolo, dell'Eurac di Bolzano (istituto di ricerca sullo sviluppo ambientale), che invita ad un supplemento di analisi rispetto ai temi della sostenibilità in campo alimentare e della mobilità. Durante la giornata, l'aver privilegiato i mezzi pubblici (come il treno regionale, la “storica” funivia del Renon e le biciclette comunali) è stato “uno stimolo all'imitazione di tutti”, perché non è facile “costringere” i politici a scelte conseguenti. Due esempi? In agricoltura non può dominare ancora il principio della monocoltura così come l'insistere sui caroselli sciistici impedisce l'investimento su altri modelli di turismo invernale (vedi ciaspole, slittinovie…) che sarebbe più sostenibili e forse altrettanto remunerativi. Ma i cristiani sanno di non poter fare da soli: ““Siamo chiamati a fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni – hanno scritto nell’appello letto ad un unica voce nella chiesa di Santa Maria Assunta del Renon – va maturata insieme una rinnovata etica civile. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato.”
Una conversione – ci ripetiamo slalomando in bici fra le viuzze di Bolzano fino alla stazione – che non va considerata solo “in chiave funzionale e di comodità personale, ma anche come uno spazio di crescita nelle relazioni sociali, perché questa riconquistata occasione di comunicazione e convivialità, possa migliorare la qualità della vita”.
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