L'esperienza dei giovani delll'Operazione Mato Grosso: a Malga Ploze condividono alpeggio e solidarietà

A duemila metri, ai piedi della Presanella, Malga Ploze con il suo pascolo incontaminato è da alcuni anni divenuta un laboratorio estivo di solidarietà e reciprocità grazie ai volontari dell'Operazione Mato Grosso che vi ospita giovani da tutt'Italia in un'esperienza non unica (vedi pag. 3 numero scorso di VT) ma arricchente. “Alcuni di noi trascorrono l'intera estate quassù in val Nambrone, dai primi di luglio a settembre” spiega Marta Cominotti, la referente di Malga Ploze – “ma ogni settimana si turnano gruppi di dieci – dodici ragazzi, a condividere questo stile di vita”.

E' stato l'allevatore Mauro Povinelli ad affidare loro – svelando alcuni segreti per accudire al meglio gli animali in alta quota – le manze da portare al pascolo ed otto vacche da mungere. Un'attività che i giovani hanno imparato da zero, imparando alcuni segreti nell'accudire i bovini in alta quota.

La giornata a Malga Ploze è scandita dai ritmi della natura e dei lavori tipici dell'alpeggio: gestione della malga, manutenzione dei recinti, preparazione della legna da ardere, attività legate alla natura, come la raccolta dei gustosi mirtilli. Insieme, la produzione di lavoretti e prodotti che vengono scambiati con i turisti che frequentano questo angolo di paradiso naturale e gente dei paesi della Val Rendena che numerosa sale a Malga Ploze con la certezza di tornare a casa arricchita umanamente dall'incontro con i giovani volontari. Marmellate, oggetti in lana o in legno, sciroppi, saponi… tutto il ricavato finisce nelle missioni del Sud America dove operano numerosi volontari OMG partiti anche dalle Giudicarie. I ragazzi si autotassano per affrontare le spese, in modo da poter destinare tutto il ricavato interamente ai poveri.

“Numerose persone delle Giudicarie vengono a trovarci, ci portano buonissime torte, ci insegnano diverse arti, , offrono preziosi consigli. Per noi è una cosa importante e un bel segno di affetto e di altruismo” spiegano i giovani di OMG, che un pomeriggio in settimana hanno accolto anche i ragazzi dei campi di lavoro tenutisi per tutta l'estate in Rendena con base a malga Genova dove in luglio è stato in visita anche l'Arcivescovo.

L'età dei “malgari” va dai 14 ai 30 anni. Molti fanno parte dei gruppi di Operazione Mato Grosso, altri partecipano a realtà diverse (oratori, scout, amici di amici) e turisti degli anni scorsi che hanno deciso di vivere quest'avventura di solidarietà. “L'idea è stata di condividere la nostra vita in malga con altre persone che però non sarebbero state in grado di raggiungere la malga a piedi, e che avevano bisogno di altri ritmi e spazi. Sono state così con noi, chi per uno o più giornate, i ragazzi e gli operatori della Cooperativa Bucaneve di Larido, Bersone e Storo. Inoltre alcune signore di Brescia con disabilità, varie famiglie e alcuni amici hanno usufruito della casina”.

“La vita in malga ha l'obiettivo principale di aiutare i poveri del Sud America, ma allo stesso tempo ci aiuta a creare dei legami veri con le persone con cui si condividono alcune giornate” fanno presente questi giovani innamorati della natura nella quale Malga Ploze è immersa e che si impegnano per rendere più accogliente ed ospitale per tutti questo Mondo. “Stare insieme tutto il giorno e durante le serate, lavorare fianco a fianco, fare fatica, ci aiuta ad essere attenti al nostro prossimo, ad accettarlo, ad essere gentili”. In questa zona del Parco Naturale Adamello Brenta – il comune di Carisolo ha affidato loro anche la casina vicina al lago di Cornisello – la solidarietà si coniuga con la cura dell'ambiente, sperimentarsi in attività tradizionali da parte di giovani che utilizzano le moderne tecnologie e nel contempo scoprono ogni giorno che c'è moltissimo da imparare vivendo immersi nella natura, impegnandosi con altri per vivere i valori della solidarietà ed altruismo che non possono essere solo sentimento ma concreta ed arricchente esperienza.