Poker di artisti per il festival organistico Città di Trento
Archiviata l’annata delle celebrazioni per i trent’anni di vita l’Associazione Organistica Trentina “Renato Lunelli” è pronta al taglio del nastro giovedì 4 settembre del Sedicesimo Festival Organistico Internazionale “Città di Trento”. “Quattro appuntamenti su altrettanti strumenti tra loro molto differenti per tipologia e stile”, spiega il presidente dell’associazione Stefano Rattini, organista titolare della cattedrale. Il Festival consentirà di ascoltare un’ampia e variegata scelta di musica organistica: da Bach e dal Settecento francese eseguiti dal parigino Christophe Mantoux all’organo Carli 2009 di Santa Maria del Suffragio, all’Ottocento italiano che riecheggerà, per mano di Marco Fracassi, sull’Agostini 1854 di Mattarello; da Frescobaldi, Buxtehude e Bach che Ruggero Livieri suonerà sul Mascioni 2005 della Badia di San Lorenzo, alla caleidoscopica antologia tra quattro secoli di musica che Andreas Liebig, di Innsbruck – Basilea, eseguirà sul Mascioni della Basilica di Santa Maria Maggiore. “Abbiamo interpellato – spiega Rattini – due musicisti
italiani e due stranieri, organisti provvisti di un curriculum più che solido, tutti a vario titolo specializzati nel genere di musica che ci proporranno”.
Trento si conferma così città a forte tradizione organistica, con un marcato interesse popolare che allarga il seguito anche al di cuori degli addetti ai lavori, coinvolge un target molto vario e giustifica, pertanto, anche un investimento economico nell’opera costante di manutenzione e restauro degli strumenti esistenti e nell’acquisto di nuovi.
«Il nostro è un pubblico preparato, attento e partecipe», argomenta ancora il presidente che riconosce poi i meriti di un polo attrattivo a Trento probabilmente senza paragoni: «In effetti la presenza in città di uno strumento straordinario nel panorama internazionale come l’organo di Santa Maria maggiore, primo organo al di qua delle Alpi con due tastiere e pedaliera completa, ha sempre tenuto desta l’attenzione sull’organo come macchina meravigliosa”. Altro merito storico: la capacità di valorizzare l’organo nella liturgia e, al pari, nell’attività concertistica. «Una tradizione – ricorda Rattini – avviata nel corso del Novecento e poi ereditata e rinvigorita dalla nostra associazione, che si è innestata su un terreno popolare già fertile e sensibile».
L’organista del duomo, da buon papà di famiglia con tanto di figlio d’arte, guarda infine alle nuove generazioni, «spesso ignare – nota – della bellezza sublime di cui è così ricca la musica organistica. Vorremmo che molti giovani oggi si lasciassero folgorare da tanto splendore, così come accadde ieri anche a noi fondatori dell’Associazione Lunelli». Come dire: qualche anno è passato, ma l'organo è sempre elisir di giovinezza.
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