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Un nuovo modello di frutteto, con un sistema di coltivazione in parete stretta, gestibile senza scale e carri raccolta quindi con più sicurezza in campagna e che richiede meno trattamenti chimici, è stato illustrato ai frutticultori trentini che hanno partecipato ad un incontro organizzato dalla Fondazione Mach di San Michele all’Adige.
La forma di coltivazione delle piante da frutto, è stato spiegato, rappresenta uno snodo che condiziona l’agrotecnica e la difesa dai patogeni. Gli studi più recenti sulle reti – hanno illustrato gli esperti di San Michele – mirano in prospettiva a modificare il microclima intorno alle piante con materiali anti pioggia e a distribuire i fitofarmaci, non più con gli atomizzatori, ma con impianti fissi che possono avere anche funzione antibrina e climatizzante.Ne trarrà vantaggio – hanno affermato infine i tecnici della Fondazione – la gestione intera del frutteto e la difesa dai patogeni, più semplice e con meno problemi di deriva, la sicurezza dell’operatore che userà meno carri raccolta e scale, il consumatore e l’ambiente per un prodotto più pulito.
Nel pomeriggio appuntamento, invece, a Zambana, in zona Pasqualine, con la visita alla prova dimostrativa di varietà di melo resistenti alla ticchiolatura e condotta col metodo biologico, in collaborazione con l’Ufficio produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento e il Consorzio trentino di bonifica.
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