La ruota del Creato

Il prossimo 1° settembre, Giornata mondiale per la salvaguardia del creato, i quattro vescovi di Belluno-Feltre, Como, Bolzano-Bressanone e Trento, con i responsabili delle Chiese cristiane della regione inforcheranno le biciclette per i trasferimenti nel capoluogo altoatesino dove si celebrerà l'evento.

Ai partecipanti provenienti dalle quattro diocesi coinvolte sin dall'anno di indizione della Giornata (2006) è consigliato l'uso del treno, mentre viene annunciato un pasto comunitario all'insegna della sobrietà sul Renon. Sono piccoli segni per dare senso concreto alla celebrazione ecumenica circa le responsabilità dell'uomo nei confronti del dono del creato e della sua custodia, tema di una nuova annunciata enciclica del Papa, in avanzata fase di stesura. La complessità dell'argomento è stata evidenziata da Francesco ai giornalisti durante il viaggio di ritorno a Roma dalla Corea. Fin dall'inizio del suo pontificato Jorge Mario Bergoglio ha richiamato più volte la necessità di essere custodi dei doni di Dio, tra cui il creato, richiamando in occasione della Giornata dello scorso anno, il significato genuino del “coltivare” e “custodire” la terra come necessità esistenziale e responsabilità morale nei confronti della creazione, dono di Dio all'uomo.

È un'indicazione che va ben oltre il puro e semplice “rispetto” per la natura per trasformarsi in rapporto più profondo dell'uomo con Dio e con se stesso, ricondotto al concetto di Paolo VI, fatto proprio dal suoi successori, di “ecologia umana”. Si tratta di un concetto etico che implica il rifiuto di ciò che emargina l'uomo e che, incentivando una “cultura dello scarto”, più volte stigmatizzata dal Papa, spezza il legame che dovrebbe sempre suggellare il rapporto dell'uomo con l'ambiente, quale sistema di vita e di sfruttamento delle risorse naturali a vantaggio di tutti. Dagli anni del Concilio la Chiesa ha costantemente affrontato i temi del creato e dell'azione umana. Basti pensare all'Enciclica di Giovanni XXIII Mater e Magistra (1961) che ricordava la necessità di uno sviluppo ordinato e armonico, fondato sul rispetto della vita dell’uomo e della sua dignità e sull’interscambio di risorse e capitali tra le popolazioni del mondo, a fronte di uno squilibrio demografico, di uno sviluppo economico e di una disponibilità di mezzi di sussistenza che indirizzavano la scienza ad un rinnovato impegno nel dominio della natura. Segue la Pacem in Terris (1963) sull’ordine morale tra gli uomini e le loro istituzioni per garantire la pace. Ed ecco nel 1965 il documento conciliare della Gaudium et Spes per sostenere che i beni della terra hanno una destinazione universale ed in quanto tali devono essere equamente distribuiti, per scongiurare le sacche di povertà e di privilegi, precludendo ai poveri la strada allo sviluppo con il sopravvento della bramosia del potere e del denaro, trasformati in egemonia, sopraffazione e asservimento dei più deboli.

Il magistero di Giovanni Paolo II si è speso su queste tematiche per l'emergere sempre più forte dei pericoli connessi ad uno sviluppo disordinato che chiamava in causa la responsabilità della società, non solo ad offrire una quantità di beni sufficienti, ma a garantire a tutti una più soddisfacente qualità di ambiente e di vita. Stili di vita e processi virtuosi, per il benessere interiore e spirituale di ogni persona e società a misura d'uomo in contrapposizione alle logiche del consumo di massa: l'”idolatria del mercato”. Anche per Benedetto XVI l'ecologia rientra nella sfera di un'educazione dell'uomo come persona libera e responsabile, quale sfida del nostro tempo in una situazione di “urgenza” e di “emergenza” educativa, ancorata ad una “stretta alleanza tra valori divini e valori umani” per una cultura capace di trasformare e arricchire la realtà del mondo, rispettando “sempre e a qualunque costo l'uomo in sé e la vita in tutte le sue forme”. Sono problematiche di scottante attualità per i molti focolai di guerra presenti nel mondo a causa dell'ingiustizia nella gestione dei beni naturali e nella distribuzione della ricchezza sui quali dovrà misurarsi anche Expo 2015. E' vero – spiegano gli organizzatori della Giornata per la salvaguardia del creato – che oggi la coscienza ecologica è in costante crescita, ma moltissime persone non sono ancora disposte a mettere in discussione il proprio stile di vita e a cambiare le abitudini quotidiane. Ci si prova anche in bici.

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