Freddo e pioggia a giugno e luglio non hanno aiutato il turismo altogardesano. E chi si attendeva un riscatto a Ferragosto è rimasto deluso
Un dato esemplare del Ferragosto altogardesano. Nei giorni in cui l’acqua del Garda avrebbe dovuto raggiungere la sua massima temperatura, il termometro si è fermato poco al di sopra dei 18 gradi, cinque, anche sei in meno di quanto accade di solito in questo periodo dell’anno.
È solo uno degli aspetti di questa strana estate che anche nel Garda trentino sarà ricordata come la più disastrosa degli ultimi decenni sul fronte meteorologico. E su quello turistico? Aspetto non facile da quantificare fino a quando InGarda non completerà le statistiche del mese, quindi a settembre inoltrato.
Ciò che però è da subito evidente è che non è certo stato il Ferragosto che ci si aspettava. Soprattutto dopo mesi come quelli di giugno e luglio che proprio non hanno aiutato il turismo altogardesano. Gli operatori erano convinti che dopo la pioggia e il freddo dei mesi scorsi almeno agosto si sarebbe fatto riconoscere come mese estivo, regalando quel “tutto esaurito” che non si è visto fino ad ora.
E invece niente. Un Ferragosto così piovoso ha portato disdette tra chi aveva prenotato e soprattutto ha convinto i vacanzieri di giornata o del fine settimana a stasene a casa. Scelta facile in un mondo dove ormai è possibile verificare dal divano di casa, anche in Baviera, temperature, clima e paesaggio del luogo scelto per la vacanza attraverso siti e webcam. A nulla è servito un certo “ottimismo” dei meteorologi, che per giorni hanno spostato in avanti l’arrivo del bel tempo venendo sistematicamente smentiti. D’altronde, in passato, c’era chi li accusava di eccessivo “pessimismo meteo” e quindi di scoraggiare gli arrivi senza motivo.
“Zimmer frei” è purtroppo il cartello che diversi alberghi, anche tra Riva e Torbole, hanno esposto al loro ingresso nel momento clou della stagione. Significativa anche l’improvvisa invasione delle spiagge registrata nell’unico pomeriggio di sole pieno: i turisti, evidentemente fino a quel momento rintanati altrove, sono usciti da ogni dove riempiendo ogni metro del litorale tra Punta Lido e Purfina. Ma quanti erano turisti di giornata (o di mezza giornata a questo punto) e quanti invece vacanzieri più interessanti per l’indotto turistico locale? Stesso discorso sulle strade: code infinite sulla solita “rivana” tra Torbole e l’autostrada, ma con dinamiche e orari diversi dal passato. Sempre più code in arrivo al pomeriggio, sempre più in uscita al mattino.
Il freddo e la pioggia, infine, hanno condizionato lo svolgersi di eventi e manifestazioni. Alcuni sono stati annullati (come la processione votiva di Santa Maria Assunta), altri hanno dovuto correre ai ripari (come i festival di Ferragosto e le sagre paesane). L’eccezionalità dell’annata è evidente, ma l’occasione dovrebbe essere utile per interrogarsi sull’offerta locale. Se rinuncia alla spiaggia, alla bicicletta, al surf e anche alle sagre, il turista che può fare nel Garda trentino?
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