“Coltivare bene i laici”

Fra Luca, cappellano della parrocchia di Santa Caterina d'Alessandria, lascia la sua comunità. Andrà ad Asolo come superiore

Tempo di partire per padre Luca Santato. Il cappellano della parrocchia di Santa Caterina d'Alessandria, a Rovereto, saluterà i fedeli domenica 24 agosto. Lo attende l'incarico di superiore, o guardiano, del convento dei frati cappuccini di Asolo, in provincia di Treviso. Era arrivato tre anni fa, il 30 ottobre 2011, assieme al parroco, padre Gianni Landini, e insieme hanno lavorato intensamente e con entusiasmo, seguendo una parrocchia molto attiva.

Un'esperienza importante per fra Luca, che sta ultimando i suoi studi per la licenza di teologia pastorale presso la Facoltà teologica del Triveneto di Padova. “Ho vissuto tre anni molto belli con la fraternità”, dice il cappellano, che lascia un convento di sedici frati attivi e cinque accolti in infermeria. Fra Luca, 39 anni, è il più giovane e si è sentito da loro “protetto, apprezzato e stimato”. Il rapporto con padre Gianni ha inoltre costituito per lui una importante esperienza, che gli ha permesso di conoscere lo “stile lombardo” di vivere e gestire la parrocchia, come luogo ricreativo.

Del Trentino, e in particolare di Rovereto, lo ha colpito l'elevata presenza di associazioni di volontariato, non solo ecclesiali, ma in ogni settore della vita sociale e politica. “Tra i parrocchiani ho trovato molte persone semplici, accoglienti, buone con attenzione verso i bisogni del prossimo”, aggiunge.

In questi tre anni, fra Luca si è dedicato in particolare ai giovani, nelle varie attività parrocchiali, nei campeggi, nei gruppi estivi e con gli scout. Li ha trovati molto disponibili. “Purtroppo anche loro sono immersi in una vita frenetica, per cui faticano a trovare spazi adeguati per sé stessi per coltivare il loro cammino di fede”.

Ad attenderlo ora l'antico convento di Asolo, costruito alla fine del Cinquecento su un colle di 250 metri, circondato dal verde. La struttura, molto semplice, in pietra, fu concessa da papa Sisto V ai cappuccini che l'hanno tenuta a fasi alterne, con l'ultimo ritorno nel 1928. Oltre a coordinare l'attività di cinque frati, padre Luca avrà modo di terminare la sua tesi su un argomento assai attuale: “Progettualità pastorale ed evangelizzazione dei conventi cappuccini del Triveneto”.

Nessuno lo sostituirà, ma il giovane francescano guarda il futuro con speranza e parla di “ministerialità della Chiesa, dove ognuno, sacerdoti, religiosi e laici, deve scoprire le proprie competenze”. “Quale parrocchia del resto in Trentino ha un cappellano?”, considera il giovane francescano, entrato in seminario a undici anni e ordinato sacerdote nel 2003. “È necessario coltivare bene i laici, perché il futuro della Chiesa è nelle loro mani, se per certi aspetti il clero è insostituibile, serve una collaborazione tra le varie realtà”, spiega citando testi del magistero e mostrando una pila di libri che gli servono per gli studi.

“Camminare sempre uniti, valorizzando i carismi e i talenti di ciascuno e vivendo la comunità parrocchiale soprattutto come luogo di incontro con il Signore”, è infine l'augurio di fra Luca alla comunità che lascia.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina