Fassa, i problemi non vanno in vacanza

Positivo il bilancio della Ual (Unione autonomista ladina) presentato nel corso di una conferenza stampa lunedì scorso all’Hotel Faloria di Moena.

“Momento e luogo non casuali”, ha commentato il segretario politico Manuel Farina introducendo i lavori in compagnia del consigliere ladino Beppe Detomas e di Stefan Valentini, giovane leva del direttivo. “Parlare dei problemi della valle a fine luglio in un albergo vuole sottolineare che la politica non va in vacanza ed è vicina a tutti i lavoratori della valle impegnati in una difficile stagione estiva”.

Sul tavolo le principali tematiche che animano la vita della valle di Fassa. Non poteva mancare l’annoso problema del traffico sui passi dolomitici che da anni è all’attenzione delle tre province e due regioni interessate. Per la Ual qualsiasi scelta deve armonizzare l’operatività delle aziende presenti in quota ed essere coerente con il prestigioso riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio dell’Umanità. “Un ulteriore passo in avanti per mantenere il problema all’attenzione degli amministratori è la mozione approvata in Consiglio provinciale sul limite di velocità fissato a 60 chilometri all’ora, con conseguente aumento dei controlli”, ha detto il consigliere Detomas.

In ambito strettamente turistico il movimento ladino è favorevole all’imposizione di una tassa di soggiorno come avviene nel vicino Alto Adige e in ogni regione italiana. “La Ual si sta impegnando affinché tale tributo rimanga interamente sul territorio e sia investito dal Comun general de Fascia esclusivamente per attività e infrastrutture di rilevanza turistica”, ha spiegato Manuel Farina. “A ciò si aggiunge l’impegno affinché l’attuale contribuzione pubblica all’Azienda di promozione turistica non subisca ulteriori tagli”.

Soddisfazione poi per la delibera che mette a bilancio 2,5 milioni di euro per la messa in sicurezza della strada che porta al passo Fedaia. Somma che servirà a ripristinare la viabilità in località “Sora Col Mer” dove, nel 1986, un ponte in cemento armato fu spazzato via come un fuscello da una valanga. Rimane poi il tratto di strada compreso tra la diga e il confine con il Veneto, due chilometri quasi completamente esposti alle slavine.

“La decisione della giunta è un buon inizio, ma non deve essere la fine di ogni intervento”, hanno detto i rappresentanti della Ual consapevoli che è un’impresa ardua trovare altre risorse per mettere in sicurezza l'intero tracciato. Una flebile speranza è data dal fondo per i comuni di confine, più conosciuto come fondo Brancher, che mette a disposizione somme stanziate da Trento e Bolzano per opere che siano a beneficio anche delle province limitrofe.

Il consigliere Detomas ha poi accennato ad alcune iniziative intraprese all’interno del Consiglio provinciale e regionale. Tra queste il disegno di legge per migliorare la legge provinciale sulla recettività turistica, in particolar modo per chiarire il rapporto fiscale tra proprietari di immobili e le agenzie di affittanza. In ambito sanitario poi la richiesta di anticipare l’azione fisioterapica per il trattamento dei malati di Sla, sclerosi laterale amniotrofica. Infine l’intento di estendere i programmi radio – televisivi in lingua tedesca sul territorio trentino quale strumento di scambio linguistico – culturale.

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