Tra scienza e percezione

Nel progetto di Christian Fogarolli l'arte dialoga con altre discipline

L'arte fa progredire la scienza e già dall'Ottocento la fotografia e la catalogazione archivistica erano validissimi mezzi di conoscenza per l'antropologia, la criminologia, la medicina e la psichiatria in particolare. Poggia su questi cardini Clair, la nuova mostra personale dell'artista trentino Christian Fogarolli.

L'esposizione si basa su un accurato recupero e selezione di materiali provenienti da alcune ex istituzioni psichiatriche e da collezioni private. Nell'intero percorso espositivo emerge con forza il continuo dialogo tra due elementi diversi, ma ugualmente essenziali nella ricerca: la scienza come scala di misura, l'inconscio come soggetto e la percezione soggettiva come risultato. L'oggettività della misurazione predomina ad esempio nelle installazioni “Tape”, dove un lungo spartito musicale forato simboleggia una scala di misura e “Ossimoro”, con una lieve stampa che fa pendere dalla propria parte la ragione, contro un peso in ferro sui piatti di una sottile bilancia. Nell’opera “Tool” invece il mondo scientifico e quello umano si incontrano in un rapporto tra un ambiguo strumento e l’immagine otticamente distorta di un uomo sconosciuto. Il tema dell'inconscio resta invece centrale nelle composizioni fotografiche: in “Walkers” troviamo i sonnambuli e in “Dreamers” persone ad occhi chiusi e incoscienti.

Fogarolli nasce a Trento nel 1983 e a soli 31 anni si è già conquistato uno spazio importante nel panorama artistico italiano e internazionale. Tra i diversi lavori ricordiamo “Lost identities”, anche questo incentrato sul tema fotografia e psichiatria e nel 2013 la presenza nella sessione contemporanea della mostra “La Magnifica ossessione” al Mart di Rovereto. Ma questo giovane artista espone anche in prestigiose collezioni pubbliche e private: La Maison Rouge Antoine de Galbert di Parigi, il fondo d’archivio di Documenta in Kassel (Germania) e la Fondazione Benetton. Brillante anche negli studi, nel 2010 consegue il Master “Dentro l’immagine: studio, diagnostica e restauro su dipinti antichi, moderni e contemporanei” presso l’Università di Verona e l’anno successivo si laurea in Gestione e Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Trento. Tutto il suo operare vuole indagare l'identità dell'essere umano attraverso le personali modalità di percezione dell'immagine, senza tralasciare i legami con “l'anormalità” e la devianza.

“Clair”, che resterà aperta fino all'8 agosto 2014 negli spazi espositivi di Ca' dei Ricchi, in vicolo Barberia, 25 a Treviso, è curata da Carlo Sala ed è arricchita da una pubblicazione con i testi del curatore, di Roberto Pinto e con le immagini dei lavori esposti.

Per informazioni sulla mostra contattare i numeri 0422/419990 o 3396443542, e inviare una e-mail a segreteria@trevisoricercaarte.org o visitare il sito web www.trevisoricercaarte.org.

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