Un simposio per non dimenticare una tradizione perduta, recuperare saperi antichi attraverso il linguaggio dell'arte. La tradizione è quella degli scalpellini, e “Pietre d'acqua” – questo il titolo dell'inziativa – farà rivivere l'antica arte della lavorazione del granito della Cima d'Asta e dei sassi del torrente Chieppena.
L'iniziativa è dell'Ecomuseo della Valsugana che propone, per la prima volta, una manifestazione per realizzare delle sculture in granito che va ad interessare un territorio (dalle sorgenti di Rava al fiume Brenta) rinomato, fino alla seconda metà del Novecento, per l’abilità dei propri scalpellini, principalmente quelli di Villa e di Bieno, impegnati nell’estrazione e nella lavorazione degli ostici graniti di Cima d’Asta.
Da domenica pomeriggio saranno otto gli scultori che daranno vita, fino al 2 agosto, a questa manifestazione che vuole far rivivere un mestiere che ha trovato i suoi ultimi testimoni nella cooperativa attiva a Villa fino alla grande alluvione del 1966. In quell’anno, infatti, il torrente Chieppena, da sempre riottoso nei propri argini, ha riversato in paese un autentico fiume di quei sassi che avevano fino ad allora garantito il pane a tante famiglie della zona. E a ricordo della perizia degli scalpellini rimane il bel campanile della parrocchiale della Madonna della Mercede di Agnedo, eretto tra il 1881 e il 1895 su disegno di Eugenio Prati che ne sorvegliò personalmente la costruzione.
Gli scultori lavoreranno le pietre del Chieppena per due settimane, sull’argine sinistro del fiume nei pressi del ponte che collega l’abitato di Villa con quello di Agnedo. E le loro opere rimarranno lungo le sponde del torrente integrandosi nel paesaggio. Parteciperanno a questa prima edizione gli artisti Gabriele Buffa di Borgo, Osvaldo Cibilis di Trento, Paolo Dolzan di Mezzolombardo, Antony Fachin di Rovereto, Luca Marignoni di Smarano, Aran Ndimurvanko di Levico, Alessandro Pavone e Riccardo Resta.
I loro lavori costituiranno il primo tassello di un percorso che negli anni si estenderà agli altri corsi d’acqua dell’Ecomuseo, fino al Brenta che ne segna il fondovalle. Gli organizzatori, infatti, vogliono dare vita ad un piccolo museo a cielo aperto per offrirlo allo sguardo di quanti ripercorreranno il territorio, assieme al ricordo di chi seppe vivere il territorio ricavandone il necessario sostentamento con capacità e impegno tali da rappresentare una piccola eccellenza trentina.
Domenica il via al simposio, appuntamento presso il parco lungo il Chieppena dove, alle 21, sarà aperta la mostra all’aperto sugli scalpellini di Villa con una anguriata ed un concerto del gruppo della Straghenga. Da non perdere sabato 26, alle 21, la serata “A spiziar le ponte” presso l’Antica Fucina Zanghellini a Villa Agnedo. Sabato 2 agosto la giornata conclusiva si svolgerà al Parco Lungo Chieppena con il saluto agli artisti, l’inaugurazione delle opere e la presentazione del catalogo.
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