Danni a malghe e stabili rurali. Valanghe e frane con danni rilevanti alla vegetazione. Coinvolti i Comuni per la vendita del legname
Si è fatta frenetica dopo il disgelo l'attività nel parco Adamello-Brenta con continui sopralluoghi del personale di vigilanza, dei tecnici, ma anche dei componenti la giunta e del direttore, per una valutazione dei danni causati dalle abbondanti nevicate invernali. Ogni mattina si tiene una riunione presieduta dal presidente Antonio Caola, presenti il direttore Roberto Zoanetti e i collaboratori più stretti, per fare il punto sul procedere dei lavori di rimozione del materiale terroso e degli alberi che ostruiscono molti passaggi in quota. Per le pertinenze della Val di Genova, una delle zone maggiormente colpite, costante risulta la partecipazione del sindaco di Strembo, Guido Botteri, il cui Comune detiene circa i due terzi della proprietà. All'asta sono stati messi gli schianti, centinaia di metri cubi, la ramaglia e i cimali trascinati nel fondovalle sul greto del Sarca, per farne cippato, in prossimità del rio Rocchetta, del rio Folgorida e del rifugio Bedole. Nel trascinamento a valle del materiale, le valanghe hanno aperto profondi solchi nel terreno ricoperti di vegetazione nel decenni passati. Le ferite sono di quelle che si riproducono periodicamente con il maltempo.
Oltre che di guerra la zona parla di alpeggio, di ricettività in pensioni e rifugi. E' risultata concomitante la transumanza e l'avvio della stagione per i rifugi riforniti dagli elicotteri della Provincia sia per l'attivazione degli impianti interni che per il trasporto di materiale vario necessario per la gestione. Correva dunque l'urgenza per la messa a punto sia della viabilità che della funzionalità degli stabili. Miracolosa si dimostra in taluni casi la sopravvivenza di alcuni manufatti solo marginalmente sfiorati, ma non danneggiati dalla massa d'aria d'urto che in taluni casi ha fatto volare in aria come fuscelli, sradicandoli, pesantissimi abeti e larici. Massi rocciosi del peso di tonnellate, staccatisi dalla sommità del Cimon delle Gére, sono rimbalzati sui costoni rocciosi come palloni, sprofondando nel terreno degli spiazzi erbosi del fondovalle, dopo aver superato la cortina di alberi d'alto fusto. Sono fenomeni che stanno ad indicare la forza della natura sotto la pressione di eventi che si ritengono, solo per ignoranza o negligenza, irripetibili.
Nei pressi del rifugio Bedole, si sta verificando un altro piccolo miracolo della natura: la crescita in orto del radicchio d'orso, oggetto di scorribande da parte di ghiotti consumatori, nelle aree vocate, di solito adiacenti a forti e trincee; è la rara insalata dell'Adamello, tanto da essere tramandata come la verdura dei soldati austro-ungarici al fronte. C'è chi la fa risalire alla Grande Guerra su piccoli seminativi che lambivano i ghiacciai, improvvisati dai militari per combattere la fame. Sta maturando in uno spiazzo verdeggiante ed umido a due passi dal Ponte delle cambiali dove sopra una profonda forra del Sarca, cresce sulla nuda parete rocciosa, un larice, asfittico fin che si vuole, ma considerato uno dei monumenti naturali del parco.
Caola e Zoanetti stanno contattando i Comuni consorziati alla ricerca di collaborazione, anche attraverso il volontariato associazionistico nell'espletamento di talune mansioni, per accelerare il ritorno alla normalità in fatto di viabilità e ripristino di casare e malghe. All'imbocco della Val di Genova, alla periferia di Carisolo, è di prossima apertura una nuova foresteria del Parco.
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