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Sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Bolzano che lo scorso 18 marzo condannò l’ex assessore e presidente di A22 Silvano Grisenti, oggi consigliere provinciale, per i reati di corruzione propria, truffa, tentata violenza privata. L’inchiesta, denominata Giano Bifronte, vedeva Grisenti sotto accusa per il sistema di gestione di appalti, nel quale – dicono i giudici – avrebbe approfittato del potere legato in particolare alla presidenza dell’autostrada.
Nelle motivazioni compare più volte il nome dell’imprenditore Frabrizio Collini, al quale Grisenti avrebbe chiesto favori, ad esempio la garanzia di lavoro per la ditta del proprio fratello, come conferma un dialogo telefonico riportato dai giudici agli atti.
La difesa di Grisenti ha già annunciato ricorso in Cassazione. In relazione alle motivazioni l’interessato si dice “sconcertato”. Grisenti definisce “fantasmagorica” la giustizia italiana.
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