Una mamma che accarezza i propri figli rappresenta la norma. E' l'immagine più riprodotta dagli artisti e fotografata anche dai papà, magari apprendisti in materia di clic. E' il ricordo più bello e incalzante per un adulto che si è sentito vezzeggiato e amato nella prima infanzia, cresciuto e accompagnato per il resto della vita. E' la nostalgia che crea rammarico e sofferenza in chi non ha potuto godere delle carezze materne. In queste giornate oscure, dove la notte fonda sembra essere scesa fra gli uomini, con tragedie familiari infinite, con massacri in ogni parte del mondo, si direbbe che la violenza si sia scatenata soprattutto su madri e figli. Massacri in Ucraina, Iraq, Siria e Pakistan, in Nigeria, in Kenya e in Centrafrica, in India. Tratta e sfruttamento di donne e minori in un numero infinito di Paesi. Rapimenti di donne e giovanette come ritorsione per una trattativa lenta ed impossibile o per farne scudi umani nelle zone di guerra. Gente in fuga in Centroamerica e nel nord Africa che muore nel deserto, nella savana, nelle foreste, in mare, magari a pochi chilometri dalla meta agognata, nei campi profughi. Innocenti ed ancora vite innocenti spezzate.
In Trentino è in corso una ricognizione silenziosa per individuare disponibilità alloggiative per fronteggiare la marea di sbarchi nelle isole e in Sud Italia. Altrove le strutture di accoglienza sono al collasso. L'Europa tace, in questo mantenendo un atteggiamento non dissimile dai governi dove gli agguati sono pressoché quotidiani, soverchiati da lotte intestine e tribali, da odi che si vorrebbero far passare per credo religioso. Al credo, cristiano, islamico, induista, animista o alla non risposta, si risponde con un colpo di machete o di Kalashnikov. Lo testimoniano vescovi e missionari in Africa.
La Giornata mondiale del rifugiato 2014 (pag. 21) riuscirà a scuotere le coscienze? Quanti si occupano di migrantes non minimizzano il clima presente e diffuso un po' dappertutto che come la pece attira scorie, provoca paura: “Viviamo in una società – dicono – sempre più impaurita. Un clima di crescente insicurezza aumenta la paura del futuro, la paura del diverso, la paura dello straniero. Persino l'accoglienza di numeri molto ridotti di rifugiati e richiedenti asilo, suscita allarme e proteste”. Si tratta di un clima culturale che colpisce chi cerca protezione e danneggia l'intera collettività perché ostacola e preclude lo scambio e l'incontro con il diverso che in ogni civiltà ha sempre rappresentato un valore aggiunto. L'augurio di Migrantes per l'Italia è che la Giornata internazionale offra l'occasione del passaggio da una situazione di tutela discrezionale ad un sistema unico, programmato ed uniforme di asilo, che aiuti a superare paure e incertezze, ridando un rinnovato slancio al lavoro di protezione internazionale.
Altri fatti tragici di cronaca nera: un mostro sbattuto in prima pagina, padre di tre figli, muratore di 44 anni, “l'ignoto 1”, che per gli inquirenti è il colpevole di un delitto mostruoso di 4 anni fa nella Bergamasca, inchiodato da una prova suprema, quella del Dna, inseguito al momento dell'arresto da un verdetto di morte della gente che stava intorno vociando: “Uccidetelo”. Troppo facilmente si dimentica che ci sono altre famiglie e bambini, travolti da una nuova inattesa tragedia e da un nuovo e immenso dolore, in un groviglio di situazioni impossibili. Esemplare il comportamento di mamma e papà di Yara Gambirasio, l'adolescente ginnasta morta per le sevizie subite e di freddo, chiusi con i figli in una riservatezza che richiama un'interiorità incredibile di coppia e famiglia. Una notizia si aggancia all'altra come quella del padre giovanissimo che ammazza moglie e due figlioletti, invaghito di un'altra e che, smascherato, ora invoca il massimo della pena. Nell'uno e nell'altro caso uomini praticanti. Amore e fede malvissuti. Saranno gli psichiatri a spiegarne le ragioni. I rispettivi parroci invitano a pregare per le persone che stanno soffrendo, invocando tutela per i bambini. Ed ancora la notizia di un giovane impazzito che ammazza per strada e ferisce.
In queste ore d'angoscia, inaugurando a Roma il convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, Papa Francesco si pone le stesse domande della gente comune, su cosa fare per dare un senso alla vita di figli e ragazzi “perché anche loro avvertono che questo nostro modo di vivere a volte è disumano, e non sanno quale direzione prendere affinché la vita sia bella e la mattina siano contenti di alzarsi”. Francesco si dice convinto che “i nostri giovani soffrono di 'orfanezza', orfani di gratuità umana”. Ma ecco la Chiesa dei suoi sogni: “La sogno come una madre che accarezza i suoi figli, accogliente con le porte aperte”. In questa realtà, che vuole “ringiovanita”, ci sta anche la squadra del cuore, mondiali di calcio compresi.
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