Fa discutere la riforma della dirigenza pubblica annunciata dal Governatore Rossi e condivisa in Giunta provinciale. Elemento centrale, la creazione di un albo dal quale il governo provinciale attingerà per l’assegnazione degli incarichi dirigenziali. L’accesso all’albo sarà regolato da un corso-concorso e la carica dirigenziale non sarà più “a vita”, ma dipenderà dal bisogno reale dell’amministrazione. Al termine di un incarico, infatti, il dirigente che non fosse eventualmente riconfermato rientrerà nell’albo. Dopo un determinato periodo di tempo di permanenza senza ricevere un incarico dirigenziale si potrà anche uscire dall’albo, tornando a fare mansioni svolte in precedenza ad altri livelli. “Flessibilità“ e “merito”, sono le parole chiave.Marcello Mazzucchi, segretario provinciale del Dirpat, il sindacato dei dirigenti, lamenta il mancato coinvolgimento nella riforma e avanza il timore che, in tal modo, diminuisca l’autonomia e la libertà della dirigenza pubblica dal sistema politico. Ecco l’intervista
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