>
Il c.t. azzurro Cesare Prandelli, classe 1957, è toscano di nascita e residenza, ma i migliori risultati come allenatore li ha ottenuti in Veneto in avvio di carriera. Trampolino di lancio per la sua consacrazione e per imporsi all’attenzione generale, il biennio alla guida del’Hellas Verona nella stagione 1998-1999, in B, culminata con la vittoria del campionato e la promozione in serie A, mentre l’anno successivo ha chiuso ad un straordinario 9º posto per una matricola. Dopo questo risultato ha lasciato le rive dell’Adige ma non il Veneto: è tornato infatti tra i cadetti per allenare il Venezia e anche in questo caso ha ottenuto la promozione in A al primo tentativo. A livello di club ha poi allenato il Parma, la Roma (da cui si dimise prima dell’inizio del campionato, a causa della grave malattia della moglie Manuela, scomparsa l’anno dopo) e la Fiorentina, dove è rimasto per cinque anni, approdando anche in Champions League. Dall’estate 2010, dopo la debacle del c.t. Lippi a Sudafrica, gli è stata affidata la panchina azzurra dove nel primo quadriennio ha ottenuto risultati brillanti: qualificazione e poi secondo posto ai campionati europei (sconfitta solo in finale dalla Spagna), terzo posto in Confederation Cup la scorsa estate (disputata in Brasile, dove si sono fatte le prove generali anche a livello ambientale), oltre ad una qualificazione netta per i mondiali in Brasile. Un cammino di tutto riguardo che ha portato al rinnovo del suo contratto (firma pochi giorni fa) per altri due anni, sino agli Europei di Francia 2016.
“Vogliamo affrontare questa avventura con entusiasmo – le parole del c.t azzurro prima della sua partenza per il Brasile – che confido sia contagioso sia all’interno del gruppo, e su questo non ho dubbi, che all’esterno. Mi auguro che, da parte anche dei media, ci sia coinvolgimento. Rappresentiamo tutti l’Italia“.
Prandelli è deciso e ha fissato l’obiettivo da raggiungere: “Vogliamo arrivare sino in fondo, sino alla finale, anche se sappiamo che ci attendono sfide difficili. Sarà fondamentale passare il primo turno, poi dopo potrebbe diventare tutto più facile”.
In vista della fase finale spazio a più moduli e a giocatori dalle qualità ben precise: “Non avremo un modulo unico e fisso – assicura il tecnico – dovremo essere duttili ma al tempo stesso determinati e precisi nelle due fasi di gioco. Abbiamo dei riferimenti per l’aspetto fisico e in base a questo sono state fatte scelte ben precise. La poca esperienza non è così determinante rispetto ad entusiasmo, corsa, voglia di diventare protagonisti. Per questo ho ringiovanito, per questo ho fatto determinate scelte. Cassano e Balotelli? Il primo l’ho visto sereno: si è rimesso in gioco e lui ha vinto: ha un’età matura ed ha sfruttato l’ultima occasione importante a livello ufficiale. Balotelli, e non solo lui, deve avere tutti la consapevolezza che anche in pochi minuti si possa lasciare il segno. Mettiamo da parte l’io, pensiamo al gruppo”.
Lascia una recensione