La traccia profonda di Degara

Si sono svolti sabato 7 giugno nella parrocchiale di Tiarno di Sotto i funerali di Giorgio Degara, deceduto ad 83 anni in provincia di Firenze dove da anni di era trasferito. Intorno ai famigliari si è stretta una grande folla di estimatori, sia ledrensi che dalla Basso Sarca, dove l'allora don Giorgio ha operato a lungo, lasciando una traccia incancellabile nella sua attività pastorale e di geniale urbanista autodidatta, ispirando le linee di sviluppo, ma anche di presenza dell'istituzione ecclesiale soprattutto nel centro pastorale San Giuseppe.

Ha voluto essere sepolto nella tomba di famiglia a Tiarno di Sotto, il paese che gli ha dato i natali e dove periodicamente era solito ritirarsi. L'influenza di Degara nel dare anima alla comunità civile e religiosa, assumendo responsabilità nelle direttrici anche in campo sociale per favorire casa e lavoro a tutti, sono stati al centro delle considerazioni dei responsabili della cosa pubblica, ragazzi del tempo ora divenuti adulti. Della personalità di don Giorgio, del suo zelo ed impegno fino all'esaurimento, del suo senso di responsabilità, ha parlato anche l'arcivescovo Luigi Bressan, che lo ha conosciuto da vicino nei suoi primissimi anni di sacerdozio come cappellano a Riva del Garda. Gli amministratori comunali hanno citato le nuove iniziative in campo urbanistico ed economico per rispondere alle aspettative della gente, soprattutto dei più bisognosi, con la creazioni di nuovi quartieri, come il Degasperi e al polo pastorale san Giuseppe. Il sindaco Adalberto Mosaner lo ha ricordato come “grande parroco” che ha contribuito in modo rilevante alla crescita della comunità alla quale si è dedicato per tanti anni con “impegno, passione e amore”. Per l'ex sindaco, il senatore Claudio Molinari Degara va ricordato per la sua dimensione particolare di “artefice della comunità”: “La sua dedizione alla causa ecclesiale e sociale ha costituito un'autentica epopea nel non breve periodo in cui, seguendo il mandato e valorizzando l'impulso che gli veniva dall'arciprete mons. Giuseppe Bartoli, egli si fece carico del primo insediamento di famiglie al Rione Degasperi, promuovendo quel senso di comunità e di appartenenza, che rimane ancora un segno distintivo dell'odierno nucleo storico di quella porzione di città”. Una petizione è stata già depositata presso gli uffici comunali perché a Degara sia dedicata una via.

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