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Lo storico incontro di preghiera per la pace in Terra Santa che ieri sera ha visto nei Giardini vaticani insieme a Papa Francesco i presidenti di Israele e Palestina, Shimon Peres e Abu Mazen. Con loro anche il patriarca ortodosso Bartolomeo e il custode di Terra Santa padre Pizzaballa.
“Mai più la guerra, per fare la pace ci vuole più coraggio, abbattiamo i muri dell’inimicizia e percorriamo la strada del dialogo e della pace”. E’ stato il forte appello di papa Francesco.
“Verità, pace e giustizia nella mia patria, la Palestina, nella regione e nel mondo intero” è stata invocata dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen,
“Dobbiamo adoperarci con tutte le nostre forze per raggiungere presto la pace Anche se ciò richiede sacrifici o compromessi” sono state le parole di Shimon Peres
L’incontro si è concluso con un altro fraterno abbraccio tra i quattro protagonisti dell’invocazione di pace che hanno piantato un ulivo per ricordare questo impegno.
Oggi i due presidenti incontrano il ministro Mogherini.
Un giornata di portata storica. Certo, commenta la maggior parte degli analisti, sarà il tempo a dire se questo incontro di preghiera congiunta darà i suoi frutti concreti per aprire una nuova stagione in Medio Oriente. Nell’area pesa la recente decisione di Israele di costruire 1500 insediamenti di cui 400 a Geruisalemme est in Cisgiordania.
Ai microfoni di Trentino InBlu l’analisi di Luigi Sandri vaticanista trentino ed esperto di Medioriente, già corrispondente per l’Ansa da Tel Aviv.
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