L’Università di Loppiano fondata da Chiara Lubich rafforza i legami col Trentino in uno “scambio” promettente. Parla il presidente della Fondazione Paolo Crepaz

Studiano a Loppiano, cittadella focolarina della Toscana, ma parlano le lingue di tutto il mondo. Gli studenti dell'Istituto Universitario Sophia nei giorni scorsi sono stati anche a Trento da dove è partita l'ispirazione di Chiara Lubich che, al termine della sua vita, volle fondare questo centro di formazione e di ricerca accademica, in cui s’incontrano la vita e il pensiero, le diverse culture e le diverse discipline, in un contesto a forte impianto relazionale. Tale da “colpire” anche i docenti dell'università di Trento e la rettrice Daria de Pretis che ha previsto di rafforzare lo scambio tra gli atenei.

Il legame trentino è impersonato da un anno nel presidente della Fondazione “Per Sophia” Paolo Crepaz, medico e docente universitario, impegnato a far conoscere anche in Trentino le iniziative avviate (come le cinque borse di studio di cui parliamo a parte) e le collaborazioni future. Lo abbiamo intervistato in occasione della visita degli studenti (guidati dal preside di Sophia, il teologo Piero Coda) che hanno dialogato con Alberto Pacher, sindaco all'epoca del lancio del progetto Trento Ardente.

Da dove nasce il sostegno trentino a Sophia?

Fin dalla sua costituzione la Provincia di Trento, il Comune e la cooperazione hanno condiviso le finalità di “Sophia” che vuole essere un laboratorio di sperimentazione interdisciplinare e interculturale, un'esperienza di frontiera Fra i docenti c'è anche la trentina Daniela Ropelato e le cinque nuove borse di studio offriranno nuove possibilità agli studenti trentini.

Di che tipo di riconoscimento gode Sophia?

Il nostro istituto è stato eretto dalla Santa Sede che ne riconosce corsi e titoli in conformità agli accordi internazionali e ai parametri stabiliti dalla Convenzione di Lisbona e dal Processo di Bologna tramite il sistema di accreditamento ECTS. A breve dovremo avere l'equiparazione con la Lumsa di Roma.

Qual è l'attuale proposta didattica?

Una Laurea Magistrale in Fondamenti e Prospettive di una Cultura dell'Unità,  articolata in un indirizzo generale in Cultura dell'Unità, e tre specializzazioni in Economia e Management, Ontologia trinitaria e Studi politici.

L'Istituto offre inoltre un Dottorato ordinario di ricerca in “Fondamenti e Prospettive di una Cultura dell’Unità” nelle seguenti aree tematiche: Economia civile e di comunione, Epistemologia e logica, Filosofia, Ricerche in scienze sociali, Ricerche trans-disciplinari, Studi politici, Teologia.

Altre collaborazioni?

Lo IUS promuove sinergie con altri centri accademici, in particolare individuando nuovi percorsi di formazione e ricerca, insieme a collaborazioni con altre realtà culturali e sociali che, in diverse forme, esprimono la tensione verso il dialogo, la comunione nella libertà, la difesa e lo sviluppo dei diritti della persona e dei popoli.

La particolarità del vostro Istituto è anche quella di essere una comunità di studio?

Esatto. Vi si condividono ricerca, pensiero e vita, non solo tra studenti di diversa provenienza, ma anche tra studenti e docenti, e con lo staff dell'Istituto. Questa dinamica è vivificata da un patto di reciprocità che viene rinnovato e alimentato regolarmente da momenti di condivisione, che integrano le lezioni e i seminari.

Quali sono i cardini del progetto?

Il dialogo e la reciprocità Si punta a superare la frammentazione, l’astrazione e la conflittualità dei saperi, per ricomporre l’unità delle discipline nel rispetto della loro identità, in una convergenza al servizio della persona.

Gli obiettivi della Fondazione che lei presiede?

Sostenere le attività di studio e di ricerca di Sophia, ma anche aiutare con borse di studio gli studenti meritevoli provenienti da tutto il mondo, in particolare dai difficili Paesi in via di sviluppo. Il costo indicativo è di 8.600 € l'anno. Sosteniamo anche progetti culturali come la Summer School di Primiero che si tiene in Primiero.