“La crisi non è finita. Bisogna continuare ad investire nelle politiche attive del lavoro”. Franco Ianeselli (Cgil del Trentino) commenta con cauto ottimismo gli ultimi dati Istat sull’occupazione in Trentino relativi al primo trimestre 2014. Per la prima volta tutti e tre gli indicatori – forza lavoro, occupati (6 mila in più) e tasso di disoccupazione – sono positivi. In percentuale i senza lavoro in Trentino costituiscono ora il 7,4 % della forza lavoro, in calo di due decimali rispetto ai primi tre mesi del 2013. Complessivamente il dato della disoccupazione resta tra i migliori in Italia, secondo solo a quello registrato in Alto Adige dove però a marzo i disoccupati risultano in crescita al 5,3% rispetto al 4,5% dell’anno prima. Mentre rimane stabile il numero di chi cerca lavoro: secondo l’Istat sono 19 mila.
Si tratta di deboli segnali di ripresa che premiano, secondo Ianeselli, le politiche attive del lavoro promosse dalla Provincia Autonoma di Trento d’intesa con le parti sociali. Ma l’attenzione deve restare alta: “E’ vero – osserva -, diminuisce il dato di disoccupazione e aumentano gli occupati. Ma mi sembra che sia un po’ presto per dire che abbiamo risolto i nostri problemi. Il numero dei disoccupati resta alto”. La priorità? “Non lasciare sole queste persone”, osserva. Quanto al “cosa fare”, la risposta è pronta: “Occorre continuare a investire in politiche per lo sviluppo in grado di creare nuova occupazione. Centrale è l’investimento sul capitale umano: istruzione e formazione, sia all’interno dei percorsi scolastici sia lungo tutto l’arco della vita, rivolta sia ai lavoratori dipendenti sia ai disoccupati sia agli imprenditori”. Perché, conclude Ianeselli, la competitività di un territorio aumenta se cresce la conoscenza che immettiamo nella nostra economia. “Questa ci sembra la strada da percorrere con grande decisione”.
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