Il volontariato fa scuola

Il viaggio di duecento giovani della “Storia siamo noi” a Hospitalet, sobborgo di Barcellona

I duecento giovani del gruppo “La storia siamo noi” radicato nell’Alta valle di Non, dopo un percorso di preparazione iniziato a settembre, hanno fatto visita, nelle scorse settimane, ai loro colleghi spagnoli di Hospitalet, sobborgo di Barcellona che frequentano le scuole superiori dove, il programma, prevede che un giorno alla settimana sia dedicato ad attività nel mondo del volontariato. Alcuni giovani seguono i disabili, altri si occupano di attività sportive, o ancora tengono corsi di informatica per adulti.

“La Catalogna è una provincia autonoma come la nostra e questo è un progetto interessante che credo possa assere attutato anche qua in valle”, spiega Giorgio Giuliani, uno dei coordinatori del gruppo che ha ideato l'iniziativa bastata su tre concetti fondamentali: radici, memoria e Europa. “Andare e tornare, avere le nostre radici, ma essere disponibili a scoprire il nostro mondo che è l’Europa”, puntualizza Giuliani, che vuol togliersi un sassolino dalla scarpa: “Non mi va giù e mi lascia molto perplesso il fatto che la Regione non abbia finanziato questo percorso, non ritenendolo a valenza europea”.

I giovani che hanno partecipato al viaggio provengono da Amblar, Brez, Castelfondo, Cavareno, Cloz, Dambel, Don, Fondo, Malosco, Romeno, Sanzeno e Sarnonico, ed hanno gettato le basi per un futuro scambio culturale. Una cinquantina di studenti che i giovani hanno incontrato a Hospitalet in Spagna, l’anno prossimo verranno infatti in Val di Non per una settimana, a raccontare nelle scuole la loro esperienza.

Entusiasti i partecipanti che nelle varie visite hanno potuto conoscere la realtà locale, constatando, ad esempio, come in tutte le scuole di ogni ordine e grado vengano proposte molte attività pratico-manuali, cosa che invece da noi accade soltanto negli indirizzi professionali.

“È bello vedere le istituzioni che insegnano a prendersi cura uno dell’altro, degli anziani, delle famiglie in difficoltà, dei bambini bisognosi: il tutto inserito in un curriculum scolastico”, commenta il decano di Fondo, don Mauro Leonardelli, soddisfatto dell'esperienza positiva. “È un modello da prendere in considerazione anche per le nostre realtà locali, perché aiuterebbe gli studenti a crescere”.

Interpellata sulla possibilità di avviare esperienze simili nelle scuole della Valle di Non, la dirigente dell’Istituto Comprensivo Bassa Anaunia di Denno, Paola Barolo, risponde: “Sicuramente si possono fare, l’importante è crederci. Noi nella nostra scuola abbiamo promosso un progetto di alfabetizzazione informatica per i nonni, tenuto dagli alunni di terza media, fuori orario scolastico, che ha avuto un successo notevole: un’iniziativa che è stata apprezzata da tutta la popolazione. A questo punto non si danno più solo nozioni agli alunni, ma si richiedono loro anche competenze”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina